5 Agosto 2016

5 Agosto 2016

Accetto tutto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,24-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».

Il commento

Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (16,24). Questa parola segue immediatamente la confessione di fede e l’annuncio della croce. Se lo riconosciamo come il Signore, se spalanchiamo il nostro cuore, Gesù parla con maggiore libertà e rivela che la vocazione dei discepoli non è diversa dalla sua. Abbiamo in sorte il suo stesso destino! È una parola dura, Gesù non teme di scandalizzare, non ha paura d’indicare loro la via della croce anche se conosce i loro limiti e le loro resistenze. Quando dobbiamo compiere una scelta l’istinto ci porta sulla strada che appare meno faticosa ai nostri occhi, il Vangelo invece ricorda che la via più sicura è quella “stretta” (Mt 7,14). Portare la croce, diceva Paolo VI, “vuol, dire affrontare la vita con coraggio, senza mollezza e senza viltà; vuol dire trasformare in energia morale le difficoltà immancabili della nostra esistenza; vuol dire saper comprendere il dolore umano e finalmente saper veramente amare!” (Omelia, 24 marzo 1967). Nessuno cerca e chiede la croce. Il segreto è quello di guardare Gesù non la croce: “se qualcuno vuol venire dietro di me”. Il desiderio di stare con Lui vince tutte le altre obiezioni. La fatica della croce convive con la gioia che nasce dal cercare la volontà di Dio, accettando con amore tutto il resto. Marthe Robin (1902-1981), una mistica del Novecento, pregava così: “Accetto con amore tutto ciò che mi viene da Te: pena, dolore, gioia, consolazione, indifferenza, abbandono, trascuratezza, disprezzo, umiliazione, lavoro, sofferenza, prova, tutto ciò che tu vuoi, Gesù […] Se dovessi indietreggiare davanti alla sofferenza e alla croce e disertare il tuo cammino d’amore, fammi la grazia di morire all’istante” (Solo per amore, Terlizzi 1998, 6).

Signore Gesù, la croce mi fa paura ma Tu sei l’amore che vince ogni paura. Resta con me quando la fatica si fa sentire, quando inizio a fare la lista dei fallimenti, quando la speranza si nasconde, quando le incomprensioni mi feriscono. Solo Tu e solo per Te.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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