CORRISPONDENZA FAMILIARE

don Silvio Longobardi

Zelia Martin: “Sia fatta la volontà di Dio!”

8 Agosto 2016

Zelia Guérin

Una lettera ordinaria, quella che oggi pubblichiamo, un intreccio di notizie diverse che danno un quadro realistico della vita familiare. Niente di eccezionale, in apparenza. Ma se scaviamo nelle parole possiamo cogliere alcune luci.

La prima luce riguarda la relazione coniugale. Se non conoscessimo Luigi Martin, questa pagina offre di quest’uomo un bel ritratto, lo presenta come un cristiano rigoroso che non vuole venire meno ai suoi doveri. Nelle parole di Zelia emerge con evidente chiarezza la stima che ella nutre per il marito. Un dettaglio non da poco.

Nella lettera c’è anche spazio per le figlie, tutte le figlie, compresa quella che è in arrivo. Poche pennellate per ciascuna ma sufficienti per far emergere la loro specifica identità. Maria ha solo 4 anni ma mostra già il suo carattere tutto pepe. Papà Luigi le darà il soprannome di “diamante” per sottolineare la sua intraprendenza. Qualche anno dopo Zelia scriverà che la figlia maggiore “ha un carattere personale e volitivo” (CF 31, 14 aprile 1868). Paolina è un piccolo uragano di due anni e mezzo. Leonia, invece, presenta fin da piccola – si appresta a compiere un anno – i tratti di una debolezza fisica che segnerà tutta la sua esistenza.

Un accenno anche alla quarta figlia, quella che porta in grembo. La gioia di questa nuova gravidanza è offuscata dalla consapevolezza di non poterle dare il latte, come ha fatto per le prime tre figlie. Sono i primi segni di quel tumore che anni dopo si manifesterà in tutta la sua violenza. Per ora, l’unica preoccupazione è quella di non poter dare alla bambina quello di cui ha strettamente bisogno. Certo, provvederà con la balia ma questo non attenua la sua tristezza. Non è un passaggio marginale. E tuttavia, qui come altrove, Zelia rinnova la sua fede e lo fa con una determinazione ammirevole: “Non posso più allattare. Sia fatta la volontà di Dio”. in queste parole il segreto di una fede semplice e rocciosa, una fede che si manifesta nella fiducia e nell’abbandono.

Piccole cose, si dirà, ma la santità coniugale è fatta proprio di queste cose che non raggiungono l’onore della cronaca ma riflettono efficacemente la gloria di Dio. Luigi e Zelia hanno tracciato una strada sulla quale tanti altri sposi, sospinti e sostenuti dallo Spirito, potranno incamminarsi.

don Silvio Longobardi

16 maggio 1864

Mi fai  sapere che la zia di Parigi deve venire questa settimana: questo fa a noi tutti il più grande piacere e ce ne rallegriamo fin d’ora. Maria non fa che parlarne. Mi chiede se si metterà la tovaglia, se si mangeranno dolci, se si berrà vino e liquore: tutto questo la interessa molto. Mi dici che non passerà che un giorno da noi; lo vedremo quando sarà qui. Voglio che si fermi più a lungo. Ma se tu la potessi persuadere a non venire che la prossima settimana, ne sarei molto contenta per questo motivo: mercoledì, venerdì e sabato c’è il digiuno delle Quattro Tempora. Tu sai che Luigi è rigido osservante dei comandamenti della Chiesa, non vorrebbe far di grasso o trascurare il digiuno nemmeno per un impero, ma dubito che anche la zia sia così fedele al suo dovere. […]

Papà è quasi deciso ad andare a passare alcuni giorni a Parigi, credo che se ne andrà con la zia. Non so se ci sia nulla di nuovo ad Alençon.

Conto che avrai un nipotino – o nipotina – per il mese di ottobre: questo bebè andrà a balia, ahimè!, perché io non posso più allattare. Sia fatta la volontà di Dio.

La piccola Leonia non cresce bene, non pare che voglia camminare. È poco sviluppata, senza tuttavia essere ammalata, è soltanto debole e molto piccola. Ha recentemente avuto la rosolia in forma grave e con fortissime convulsioni.

Paolina è sempre la stessa. È molto divertente e birichina. Penso di condurla domani a Le Mans a vedere nostra sorella. Maria non verrà, me ne basta una a tormentarmi! L’altro giorno facevo il mese di Maria con lei e le dicevo di pregare il buon Dio per te; ella ha interrotto piangendo la sua preghiera: voleva vedere il suo «ton-ton»!




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