12 Agosto 2016

12 Agosto 2016

Uno solo è il Padre

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,3-12)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Il commento

Non conviene sposarsi” (19, 10): la reazione dei discepoli è comprensibile e ragionevole. Essi sono giustamente stupiti delle parole di Gesù – “l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” (19,6) – che presenta il matrimonio in una cornice molto più impegnativa di quello che essi pensavano. L’osservazione dei discepoli permette a Gesù d’intrecciare il tema del matrimonio con la eunoúkia. Eunuchi sono coloro che non possono generare. Gesù distingue tre categorie: “vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli” (19,12). Nelle prime due categorie il verbo è usato al passivo, per indicare un’azione subita, nel terzo caso il verbo è nella forma attiva per sottolineare la libertà dell’uomo. Nel corso dei secoli la eunoúkia assumerà tante diverse forme ma tutte si riassumono nell’espressione vita consacrata. Nel NT si parla già delle vergini e delle vedove, più tardi lo Spirito suscita gli eremiti, più tardi ancora la vita monastica e … poco alla volta tante altre forme, ciascuna con la sua specificità ma tutte accomunate dal desiderio di vivere il Vangelo nella più totale radicalità. Gli eunuchi sono coloro che scelgono di vivere al servizio del Regno.

Il primo eunuco è Gesù. La sua scelta è assolutamente incomprensibile per la sua gente. Non mancano le critiche e le insinuazioni. Forse un giorno qualcuno dei discepoli ha avuto il coraggio di domandare perché ha fatto quella scelta. Le parole del Vangelo che oggi abbiamo meditato possono essere in estrema sintesi la risposta data da Gesù. Rinunciando a generare nella carne, il consacrato annuncia al mondo che uno solo è il Padre, quello del Cielo, e tutti siamo figli suoi. È Lui che ci dona una nuova fecondità, tutta spirituale. Il Vangelo ha aperto un orizzonte radicalmente nuovo e assolutamente incomprensibile all’umana ragione. Non tutti possono capire! Oggi preghiamo per i consacrati e chiediamo, per ciascuno di loro, la grazia di una fedeltà eroica, premessa per una vita davvero bella e carica di frutti.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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