14 Agosto 2016

14 Agosto 2016

Nel cuore di tutti

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Il commento

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” (1,49). Queste parole hanno un sapore autobiografico, permettono di entrare nella sua anima e di intravedere che la luce che tutto rischiara, il desiderio che accompagna ogni sua fatica. Nella Scrittura il fuoco indica una particolare manifestazione di Dio. Pensiamo al racconto della prima alleanza: “Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco” (Es 19,18). Il racconto della Pentecoste, in cui si compie la rivelazione di Dio, è descritto con l’immagine del fuoco: “Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro” (At 2,3). Accendere il fuoco vuol dire allora portare a tutti la luce di Dio, dare a tutti la possibilità di incontrare il Dio della vita e dell’amore, il Dio della gioia e della speranza. Un compito che può apparire – ed è – ben superiore alle nostre forze. Ma non dimentichiamo che siamo solo collaboratori dello Spirito. “… se sarai di Cristo – tutto di Cristo! – avrai per tutti fuoco, luce e calore: di Cristo”, diceva san Josemaria Escrivà (Cammino, 154). E san Bernardo: “La vera e pura contemplazione ha questo, di particolare: che, incendiando un cuore di un fuoco divino, lo riempie di un tale zelo e un desiderio così vivo di portare a Dio altre anime infiammate d’amore, che esso cambia volentieri il riposo della contemplazione con il lavoro della predicazione”. Accendere la luce di Dio significa allontanare le tenebre che avvolgono il mondo. È il lavoro più prezioso.

 

Talvolta la nostra vita è attraversata da desideri capricciosi, investiamo molte energie per ottenere quello che appare ai nostri occhi assolutamente necessario. Si tratta invece di bisogni superficiali. Chi segue Gesù impara a mettere da parte le sue esigenze, a volte anche quelle legittime, e sceglie di vivere di Dio e per Dio. Tutto è messo a servizio del Regno. Chi cerca e trova Dio, non si accontenta di averlo nel cuore ma desidera che sia nel cuore di tutti.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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