16 Agosto 2016

16 Agosto 2016

Una strada completamente nuova

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,23-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Il commento

In verità io vi dico: Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli” (19,23). La formula introduttiva non è formale ma segnala una parola significativa, una di quelle che occorre custodire con particolare cura. L’avverbio mette in guardia dalle facili illusioni, non dice che è impossibile ma ricorda che la via della sequela presenta maggiori difficoltà per coloro che possiedono le ricchezze di questo mondo. Tutti considerano i beni materiali come un bene essenziale. Per Gesù, invece, sono o possono diventare un ostacolo, a volte insormontabile. L’immagine del cammello e della cruna di un ago ha ovviamente un valore iperbolico, serve ad amplificare un’idea, dà maggiore forza all’ammonimento. È una parola non facile per l’ebreo, cresciuto nella consapevolezza che la ricchezza è una benedizione di Dio. Per questo Gesù ripete la frase, come a volerla ben imprimere nel cuore di chi lo ascolta. La insistenza aumenta il disagio, come annota l’evangelista: “A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti [exeplēssonto]” 19,25). Il verbo ekplēssomai indica lo stupore della gente dinanzi ad una dottrina nuova, insegnata con autorità (Mt 7,28; 22,33). Le parole di Gesù sono molto diverse da quelle della tradizione, tracciano una strada completamente nuova che le mappe antiche non conoscono.

Anche noi siamo stupiti e facciamo fatica ad accogliere questa parola, vogliamo camminare su sentieri sicuri, non siamo disposti a rischiare. Ma Gesù conosce il cuore dell’uomo e sa quanto sia facile attaccarsi alle cose fino al punto da farne un idolo, un bene assolutamente essenziale. Dobbiamo invece ripetere con piena convinzione la parola del salmista: “Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene” (sal 16,2). La povertà evangelica non consiste nell’essere privi dei beni ma nel cercare Dio come l’unico Bene. Non significa mancare di qualcosa ma essere pronto a condividere ciò che abbiamo e ciò che siamo. Povero è colui che sa di non poter bastare a se stessi e s’impegna a viverecon e per l’altro. È questa la strada nuova, difficile ma esaltante.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.