Educazione

A Nazaret Gesù impara da Maria e Giuseppe a destreggiarsi con i pennelli!

pittura

di fra Vincenzo Ippolito

Disegnare il proprio futuro dando voce ai desideri del cuore è ciò che i figli dovrebbero imparare accompagnati dai genitori. In questa lettera rivolta a Luca dopo la maturità conseguita, fra Vincenzo invita a guardare a Gesù per imparare l’arte di “stendere la tela e mescolare i colori”.

Caro Luca,

devo proprio complimentarmi con te. La tua pagella fa invidia, chissà se Platone, alla scuola di Socrate, raggiunse i tuoi stessi successi! Orgogliosi come non mai, i tuoi genitori mi hanno chiesto di risolvere con loro un enigma: cosa sarebbe meglio che Luca facesse in futuro? Li ho ascoltati in silenzio e quando incalzavano perché io parlassi –“Ma insomma, non dici nulla? Sai bene come nostro figlio penda dalle tue labbra!”– mi sono nascosto dietro un sorriso, divincolandomi a stento dai lacci dei loro discorsi.

È normale che le tue capacità facciano ben sperare. Sei intelligente ed intuitivo, incline all’introspezione e versato nella letteratura; ami lo sport e la musica ed offri a chiunque la tua sincera amicizia. Tuo padre ti vorrebbe ingegnere, tua madre, invece, professore di filosofia. Dì la verità, non è semplice liberarsi dalle catene dorate dei loro sogni. Credono di fare il tuo bene, ignorando di essere custodi della tua vita, non padroni del tuo domani. Per il tuo diciottesimo compleanno ho già scelto il regalo: un quadro a tela bianca, tavolozza, pennelli e colori. Scelta insolita la mia, lo so bene. L’arcano, però, è presto svelato.

La tua vita, caro Luca, è come un quadro a tela bianca, attende il disegno che lo renda vivo, un progetto che gli doni senso. Ogni uomo, alla tua età, disegna le prime linee, padroneggia le sue tecniche, cancella e riscrive un’idea che neppure nella sua mente è così chiara. In corso d’opera, spesso capita di imprimere sulla tela i moti inquieti del cuore; altre volte, stanchi e sfiniti, diveniamo esecutori passivi di proposte altrui; arduo, infatti, è il lavorio interiore che ci renderà artefici del nostro futuro.

Per dipingere il tuo quadro, afferra i colori e guarda a Gesù. Già, dodicenne, dimostra ai dottori di ben destreggiare i pennelli, misurando gli spazi della sua tela, studiando le profondità del cuore di Dio. Nessuno comprende donde gli venga quella capacità di leggere nella Scrittura il progetto del Padre per lui. I suoi stessi genitori non si accorgono che ha imparato da loro a dipingere. È nelle mura di Nazaret che il Fanciullo vede Maria disegnare la storia, lasciando, con il suo “Eccomi”, che Dio la riempia di grazia. A Giuseppe, il Piccolo guarda perché il legno verde della sua vita sia scolpito dal Signore a suo modo. Gesù tutto colora di amore perché la vita sua è l’esplosione della divina bellezza, la tela che il Padre dipinge per la gioia del mondo. Quale prodigio il vedere che persino il suo corpo verrà affrescato con i colori della vita che non avrà mai più fine!

Caro Luca, il tuo domani è proprio come un quadro a tela bianca, attende che tu gli dia forma, che tu scelga le linee e i colori che più fanno al tuo caso. Mettiti all’opera, progetta con coraggio, rifletti con audacia, puoi fare meraviglie con la forza di Dio. Dai volto alla realtà, rendi plastiche le idee, concreti i desideri, tangibili i sogni. Ti attendono sacrificio ed impegno. Non è semplice, infatti, stendere la tela e mescolare i colori! Ricorda, però, ogni artista ha bisogno di discernere tra colore e colore, di fare silenzio perché la mente generi l’idea che il cuore ami, della solitudine che traduce in opera la parola ricevuta dall’Alto.

Fidati, come Gesù, dei tuoi genitori. È vero, spesso non ti comprendono, ma ti amano come nessun altro e desiderano il tuo bene più di tutti. Aiutali ad essere collaboratori della tua gioia, servi del piano di Dio su di te. Un giorno, grazie a loro, sei venuto al mondo, ora è loro dovere aiutarti a conoscere le tue potenzialità, esprimendole al meglio. Impara da loro l’arte di maneggiare pennelli e colori, sapendo che tuo è il progetto, loro il sostegno, tua è la vita, loro la potenza dell’amore che ancora ti genera. Con il tempo si accorgeranno che tu sei loro figlio, non perché hai fatto ciò che credevano bene per te, ma perché hai messo tutto te stesso nel realizzare il sogno che Dio ha donato al tuo cuore, attraverso di loro.

Auguri, Luca, per la tua prima maturità! Ne verranno poi altre, tante, ma sono sicuro che non avrai paura, sorretto dalla grazia, accompagnato dall’amore dei tuoi. Io ti precedo perdendomi nel contemplare, estasiato, come Dio continui a dipingere la mia tela bianca con i colori della sua gioia!




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