20 Agosto 2016

20 Agosto 2016

Se mettiamo il cuoco al posto di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,1-12)
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Il commento

Ma voi non fatevi chiamare rabbi perché uno solo è il vostro maestro” (23,8). La Chiesa deve essere intraprendente e partecipare attivamente alle vicende dell’umanità. Ma sulla scena della storia deve apparire il volto di Cristo Salvatore. È Lui il Maestro che ha “parole di vita eterna” (Gv 6,68), Lui solo può “dare la vita in abbondanza” (Gv 10,10). La Chiesa, tutta la Chiesa e ciascuno di noi, è chiamata ad manifestare l’assoluto primato di Dio senza cedere alla tentazione di sostituirsi a Lui. La radice e il cuore della crisi del nostro tempo, secondo Benedetto XVI, è l’assenza di Dio. Se Dio resta lontano dalla vita personale e sociale, l’umanità è come una barca portata dalle correnti e rischia di andare alla deriva. Peggio ancora, come ricordava Kierkegaard, rischia di sostituire il comandante della nave con il cuoco di bordo. Ciò che conta nella vita non è più sapere dove andiamo ma cosa si mangia, non ci preoccupiamo più del nostro destino, cerchiamo solo di rendere la vita più piacevole. Si diffonde anche nella comunità ecclesiale una certa ansia di protagonismo, un desiderio di mettersi al centro.

Malgrado le buone intenzioni, che non mancano mai, in questo stile che dà troppo importanza al ruolo dei media, c’è un po’ di umana civetteria, rischiamo di dimenticare che siamo discepoli di un Maestro povero e crocifisso. Il compito essenziale della Chiesa non è quello di parlare di Gesù ma di far parlare Gesù, l’umanità ha bisogno di ascoltare Lui, l’unico Maestro. Si parla spesso della Chiesa del grembiule, citando don Tonino Bello, e giustamente si pone l’accento sulla dimensione ministeriale ma non dobbiamo dimenticare che il primo e più importante servizio che la Chiesa deve offrire all’umanità è quello di condurre tutti all’incontro con Dio, “dal Quale allontanarsi è cadere, al Quale rivolgersi è risorgere, nel Quale rimanere è stare saldi, al Quale ritornare è rinascere, nel Quale abitare è vivere”. Sono le parole di Sant’Agostino che Paolo VI ha citato nel discorso conclusivo del Concilio Vaticano II. Parole che tracciano una strada sulla quale ancora oggi vogliamo incamminarci.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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