23 Agosto 2016

23 Agosto 2016

La coscienza intorpidita

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,23-26)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

Il commento

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti” (23,23). Gesù manifesta la tenerezza di Dio quando si china sull’uomo sofferente e svela il volto misericordioso dell’Altissimo quando chiama i peccatori. Abituati a leggere pagine di Vangelo in cui emerge il volto amabile di Gesù, icona fedele della compassione del Padre, siamo sorpresi dalle parole severe che oggi offre la liturgia. Ma anch’esse vengono da Dio e parlano di Dio. Il Vangelo di Matteo si apre con le sette beatitudini (Mt 5) e si chiude con i sette guai (Mt 23). L’annuncio della gioia e la denuncia del male sono due aspetti complementari di una stessa Parola, due espressioni apparentemente diverse che però scaturiscono dallo stesso amore. Il profeta presenta Dio come Colui che ha “occhi così puri da non poter vedere il male” (Ab 1,13). È l’amore che spinge Gesù a parlare. Chi ama non chiude gli occhi dinanzi al male e non teme di usare parole forti per scuotere la coscienza intorpidita dalla tradizione. Gesù non condanna e non giudica la singola persona ma denuncia un modo di intendere e di vivere l’esperienza religiosa, un comportamento collettivo, che non rispetta la verità che Dio ha rivelato. I farisei erano una corrente influente del giudaismo e avevano la pretesa di essere più rigorosi e scrupolosi degli altri. Gesù non si lascia ingannare dalle apparenze e li accusa di essere ipocriti. È lo stile di chi si nasconde dietro una bella maschera perché ha paura di presentare la sua fragilità. È mancanza di lealtà, una contraffazione della realtà che chiude l’uomo in una strada senza uscita. Dio è pronto ad accogliere con tenerezza i peccatori e dona il perdono a quanti lo chiedono. Ma … per ottenere il perdono, occorre chiederlo; e per chiederlo dobbiamo prima riconoscerlo. L’ipocrisia blocca sul nascere questo processo di conversione.

Ti ringraziamo, Signore Gesù, la tua Parola oggi non accarezza ma sferza con decisione, invita a lasciare la prigione delle apparenze per camminare più decisamente sulla via della verità. Donaci la grazia di una sincera conversione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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