28 Agosto 2016

28 Agosto 2016

Il nostro posto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1.7-14)
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Il commento

Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto” (14,8). Gesù sferza con decisione l’istintiva ambizione che porta l’uomo a cercare i primi posti, quelli che danno maggiore prestigio e ci fanno apparire più importanti degli altri. È uno dei vizi più prepotenti che ogni uomo porta dentro di sé. Non è facile liberarsi da questo istinto che emerge in tante forme, anche quelle più innocenti. Ma non dobbiamo mai stancarci di lottare. L’ambizione si veste di orgoglio e l’orgoglio porta a nascondere i nostri difetti e a indossare maschere nell’ingenuo e vano tentativo di dare un’immagine positiva di noi stessi. L’ambizione si più facilmente confondere con il legittimo desiderio di realizzare se stessi, nella misura più piena, mettendo così a frutto i doni ricevuti da Dio. La proposta di Gesù è semplice: “quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto” (14,10):  scegliere l’ultimo posto non vuol dire soffocare le proprie capacità – questo sarebbe un peccato perché impediamo a Dio di compiere le sua opera attraverso di noi – ma significa non cercare la propria gloria, camminare nella carità, avere stima degli altri, subordinare ogni cosa alla volontà di Dio.

Rispondendo ad una domanda sul come evitare di cadere nella logica della carriera, Papa Benedetto XVI citò un piccolo episodio di santa Bakhita: “Quando era già anziana il vescovo fece visita al suo monastero e vide questa piccola, già curva, suora africana, le disse: che cosa fa lei sorella? Rispose: io faccio la stessa cosa che lei eccellenza. Il vescovo stupito chiese: che cosa? E Bakhita: Eccellenza, noi due vogliamo fare la stessa cosa, fare la volontà di Dio”. Commentò il Papa: “Mi sembra una risposta bellissima il vescovo e la piccola suora, che quasi non poteva più lavorare, facevano, in posizioni diverse, la stessa cosa, cercavano di fare la volontà di Dio e così erano al posto giusto” (17 febbraio 2007). Più che cercare il primo posto dobbiamo cercare di stare al nostro posto, quello che Dio ha pensato per noi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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