30 Agosto 2016

30 Agosto 2016

Non si tiene in disparte

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Il commento

Poi scese [katēlthe] a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente” (4,31). Dopo l’evidente insuccesso di Nazaret, dove ha incontrato l’ostinata chiusura dei suoi concittadini, Gesù si reca a Cafarnao e fa di questa città la sua abituale residenza (Mt 9,1). Ai suoi lettori, che non conoscono evidentemente la geografia della zona, l’evangelista precisa che si tratta di una “città della Galilea” posta sul lago di Tiberiade. Cafarnao è una cittadina importante, luogo di traffici commerciali, vi è una guarnigione romana, i resti archeologici parlano di una zona molto fiorente. Secondo gli storici, all’epoca di Gesù contava diverse migliaia di abitanti. L’evangelista scrive che Gesù “scese a Cafarnao” (4,31). Il verbo ha una sua evidente ragione geografica perché la cittadina si trova a 210 m sotto il livello del mare. Nulla vieta però di dare a questa espressione un valore teologicamente più pregnante. Il verbo scendere fa pensare a Colui che viene dall’alto e s’immerge nella tormentata e tumultuosa storia degli uomini. Gesù viene a vivere a Cafarnao, tra pescatori e commercianti, ebrei e pagani, uomini devoti e prostitute. Non si ritira in un luogo deserto ma entra nel mondo, in quella “Galilea delle genti” che non gode di buona fama. Non si tiene in disparte ma sceglie di stare in mezzo alla gente. Il cristianesimo cresce silenziosamente in mezzo al clamore, come lievito nascosto, la Parola risuona tra mille voci di un’umanità che cerca senza più sapere cosa.

Gesù viene in mezzo a questa variegata umanità ma non si confonde con essa, l’evangelista lo presenta come il Maestro, colui che annuncia una Parola diversa da quella che il mondo conosce e diversa anche da quella che il mondo attende. La sua Parola comunica il soffio di Dio e perciò è capace di liberare l’uomo dal male che si annida in lui. VieniSignore Gesù, e donaci la tua Parola, scrivila in noi con l’inchiostro dello Spirito, e concedi anche a noi di dire parole capaci di liberare l’uomo dalla prigione del male.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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