31 Agosto 2016

31 Agosto 2016

Solo Gesù può farlo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,38-44)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

Il commento

Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di SimoneLa suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei” (4,38). Sono tre le scene che compongono il mosaico evangelico di oggi. La prima avviene in casa di Simone. Possiamo notare una stretta continuità tra ciò che è avvenuto nella sinagoga e quello che accade nella casa. Gesù passa dal luogo in cui la comunità si raduna  per lodare le grandi opere di Dio a quello in cui vive la comunione domestica. Nell’uno e nell’altro egli si presenta come Colui che parla e agisce con autorità. Non è la prima volta che l’evangelista sceglie la casa come luogo di salvezza: il grande annuncio, il cuore di ogni altro annuncio, avviene nella cornice domestica di Nazaret (Lc 1, 26-38); e poco dopo nella casa di Zaccaria Maria porta il profumo dello Spirito e canta la misericordia e la fedeltà di quel Dio che porta a compimento le antiche promesse (Lc 1, 46-55). La casa appare dunque nel Vangelo come locus salvifici; e la famiglia come un’attiva protagonista di quell’opera che Dio compie lungo i secoli. Ma tutto questo avviene se permettiamo a Gesù di entrare nella casa. La suocere di Simone è ammalata. La febbre non deve far pensare ad una leggera indisposizione ma ad una situazione piuttosto grave. Gesù interviene con tutta la sua autorità: “Si chinò su di lei, comandò [epetímesenalla febbre e la febbre la lasciò” (4,39). Troviamo qui il verbo epitimáō, lo stesso che poco prima l’evangelista ha usato per indicare l’esorcismo della sinagoga (4,35). Ogni malattia è frutto e segno del male presente nel mondo. Non si tratta solo di guarire il corpo ma di salvare l’uomo, non solo di bloccare la malattia ma di estirpare il male. Solo Gesù può farlo.

Oggi vi invito a pregare per la famiglia, sempre più malata e abbandonata a se stessa. Chi può guarirla se non Gesù? Chi può sostenere la fatica coniugale e genitoriale, se non colui che ha creato l’uomo e che ha messo nel cuore dell’uomo desideri così grandi. Dio è sempre all’opera ma ci chiede di diventare suoi collaboratori. Nessuno si tiri indietro.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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