Carità

Madre Teresa di Calcutta: più si è uniti a Gesù, più grande è la carità

(© Dylan Gill - My PC - Wikipedia.com)

di don Silvio Longobardi

“Una delle più grandi missionarie del secolo ventesimo”, disse di lei Giovanni Paolo II. Parlava di Madre Teresa. E come dargli torto. La rivoluzione della piccola suora albanese sta proprio in questo, ha fatto della carità un annuncio eloquente del Vangelo.

Quando padre Le Joly, fin dall’inizio confessore e padre spirituale delle novizie delle Missionarie della Carità, chiese a Madre Teresa il permesso di scrivere un libro sulla sua Congregazione, ebbe questa risposta: “Dica loro che non siamo qui per il lavoro, ma per Gesù e che tutto quello che facciamo lo facciamo per Lui”. Alle sue suore la Madre ricordava: “Siamo anzitutto religiose, non assistenti sociali, insegnanti o infermiere o dottoresse. Siamo delle suore, delle religiose che servono Gesù nei poveri. Lui curiamo, a Lui diamo da mangiare, Lui vestiamo, visitiamo e confortiamo nei poveri. Tutto quel che facciamo – le nostre preghiere, il nostro lavoro e le nostre sofferenze – è per Lui”. L’amore per Gesù: era questa la ragione, l’unica che non cambia con le stagioni. A chi le chiedeva il segreto di tanta carità, rispondeva semplicemente: “Io prego”.

Era nata il 26 agosto 1910, esattamente un secolo fa, in una poverissima Nazione, quell’Albania rimasta per cinquant’anni sotto la cappa di uno dei regimi comunisti più crudeli. Agnese maturò la sua vocazione durante il pontificato di Pio XI che nel 1925 dichiarava santa la piccola Teresa di Lisieux e due anni dopo la proclamava patrona delle missioni. Fu proprio in quegli anni che Agnese – questo il nome di battesimo – maturò la sua scelta religiosa, scelse di chiamarsi Teresa in onore della giovane carmelitana. Chiese di andare nella lontana e misteriosa India, spinta da una voce interiore che solo più tardi avrebbe rivelato il suo disegno. Aveva 18 anni quando lasciò la casa materna. La scelta della vita religiosa era tutt’uno con l’attrattiva missionaria. La giovane si mise in cammino con giovanile entusiasmo, non sapeva dove il Signore voleva condurla. Gli diede la mano, come fa una bambina con il suo papà. E fu l’inizio di un’avventura straordinaria che ha commosso l’intera umanità.

Chi non conosce il volto di questa piccola donna? E chi non associa il suo impegno verso i poveri alla fede cristiana? La personalità di Madre Teresa era già grande fin da quando era in vita, circondata da una simpatia universale che ne fatto l’immagine forse più conosciuta di quel cristianesimo che si consuma nella carità. È passata come un angelo ma non ha avuto paura di sporcarsi le mani entrando nelle zone più luride del pianeta, quelle che le persone perbene non frequentano.

Madre Teresa è stata davvero una donna infiammata dal fuoco dello Spirito. Ha rinunciato alla tranquillità di un convento per consegnarsi ai poveri. E quando, sfinita, sente la tentazione di tornare indietro, prega così: “Dio mio, per libera scelta e per amor Tuo, desidero restare qui e fare quello che la tua volontà esige da me”. La beatificazione è stata possibile grazie al riconoscimento di un miracolo. Ma quanti miracoli madre Teresa ha compiuto nella sua vita! Ha affrontato da sola, cioè senza mezzi umani e con la forza della fede, il dramma della povertà. Ed ha coinvolto in questa storia milioni di persone: non solo le suore che hanno scelto di seguirla e ancora oggi affollano i noviziati della sua congregazione ma anche tanti uomini e donne, umili e potenti, che hanno scelto di aiutarla o hanno ricevuto dalla sua testimonianza la giusta sollecitazione per uscire dalla pigrizia o dalla rassegnazione.

Madre Teresa ha vinto molte battaglie, è riuscita a varcare i confini dell’est quando vi era ancora la cortina di ferro, ha avuto il coraggio di parlare contro l’aborto anche nei luoghi più laici, anche quando ha ricevuto il premio Nobel per la Pace (1979). Gli onori non hanno cambiato la sua vita, è rimasta umile e povera, la faccia sempre più rugosa e un sorriso sempre più puro. Ha raggiunto il successo senza annacquare la sua identità.

Madre Teresa ha mostrato il volto di un Dio che si china sull’uomo e versa “l’olio della consolazione e il vino della speranza”. Ha mostrato che la carità abbatte tutte le barriere che gli uomini hanno costruito. La carità guarda e serve l’uomo, non importa quale sia la sua nazionalità e la sua religione. Accorre subito dove la violenza della natura ha seminato morte. Entra perfino nelle zone dove la guerra ha innalzato muri. La carità accetta i rischi. Madre Teresa apre case anche in Occidente, dove il benessere convive con una povertà che appare ancora più vergognosa. Si mette a servizio di quelli che sono soli: barboni e anziani, malati di aids e drogati. Uno speciale amore aveva per i bambini, anche per quelli non ancora nati. Ripeteva spesso che la povertà non è solo quella materiale: chi non si sente amato, chi sperimenta la solitudine, non è meno povero di chi vive per strada. “Quanti nel vostro ricco Occidente non hanno mai ricevuto nemmeno la carezza di una mano fraterna?”, diceva con amarezza. E così educava ad una carità che inizia dal prossimo. A volte basta solo un sorriso, una telefonata, un bicchiere d’acqua. Una carità che interpella tutti.

Madre Teresa ha molto da dire alla società e alla Chiesa. Agli uomini di buona volontà ella chiede di non rassegnarsi dinanzi alla povertà e di non attendere di avere mezzi straordinari per combattere la miseria. Occorre la disponibilità a portare nella propria carne la sofferenza dei più poveri, bisogna rischiare in prima persona. Ai cristiani ella ha dimostrato che il Vangelo non è una bella utopia ma può e deve essere testimoniato con coraggio, fino alle estreme conseguenze. Ed ha ricordato che i poveri sono il quotidiano banco di prova, una continua provocazione per la fede. Ella ha mostrato che la fede vissuta eroicamente stupisce anche coloro che sono più lontani. Ed ha ricordato che l’impegno per i poveri nasce da un’instancabile preghiera, più intimo è il legame con il Signore, più coraggioso diventa il nostro impegno.




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