Essere genitori Mio figlio Michele mi trascinò nella sua stanzetta e lì imparai un’altra grande lezione… Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 13 Settembre 2016 1 commento su Mio figlio Michele mi trascinò nella sua stanzetta e lì imparai un’altra grande lezione… di Luca Memoli Sono un papà con tante buone intenzioni. Fra queste spicca il desiderio di passare più tempo con i miei figli. Un pensiero fisso che accumuna una moltitudine di genitori ma che, almeno nel mio caso, è diventato negli anni una sorta di miraggio. Su questo fronte, la mia costante inadempienza non ha per nulla ridimensionato l’obiettivo. Certo, devo fare i conti con il tempo e con i mille ostacoli che ogni famiglia deve affrontare. Di mattina si scappa da casa e di sera tagliamo il traguardo di una competizione che a volte ci fa perdere il vero senso di tutto questo correre. Si rischia molto, in primis di non avere del tempo per stare insieme. A mettermi in guardia da questo pericolo è stato Michele, il più piccolo della famiglia, che all’epoca dell’episodio che sto per raccontare aveva tre anni. Una sera come le altre, stanco e in cerca del meritato riposo, si presenta con il suo sguardo coccolone e mi dice: “Vuoi giocare con me?”. E come dire di no? Ecco che il buon papà è subito all’opera nel passare in rassegna l’elenco dei giochi praticabili prima di andare a nanna. In questi casi mi faccio contagiare dalla sindrome dell’animatore: voglio organizzare una grande attrazione, desidero farli divertire come se fossi di fronte alla giuria di un talent show ma, puntualmente, prima che finisca di elencare tutte le regole del gioco (perché le regole sono importanti!) i pargoli sono presi da altro o cercano di azzuffarsi allegramente. Quella sera, succube di una particolare stanchezza, evitai di indossare i panni del giudice di gara e trascinato dalla manina di Michele mi feci condurre dove lui voleva. Il piccolo mi fece sedere sul comodino della sua stanzetta e iniziò a giocare da solo. Ogni tanto controllava se seguivo i suoi movimenti, se ero distratto… Quella sera mi sforzai di ascoltare, di contemplare con stupore la sola possibilità di stare insieme, di condividere con semplicità quel tempo così prezioso. Ed imparai l’ennesima grande lezione dai miei figli. Non ero chiamato ad organizzare nulla, non ero obbligato a riempire di meraviglia quel tempo, perché quel tempo era già meraviglioso. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag educazione, genitori ANNUNCIO ANNUNCIO 1 risposta su “Mio figlio Michele mi trascinò nella sua stanzetta e lì imparai un’altra grande lezione…” E così l’amore dei figli ha la capacità di trasformare tutto…di aprire orizzonti più alti e belli di quelli che noi immaginiamo. I bambini sono il dono più prezioso che il Signore Ci ha concesso. Grazie Luca! Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: La risurrezione è necessaria. Pensaci, quando fai gli auguri di Buona Pasqua È possibile una “corte continua” nel matrimonio? Ne parlano Antonio e Luisa De Rosa “Mio figlio, oggi, è più vivo di prima”: così la mamma del beato Carlo Acutis La Croce annuncia che solo l’amore vince Nei frammenti della storia. Don Mario Vassalluzzo, giornalista e comunicatore San Paolo vuole che la donna sia “sottomessa”? Riflettendo sulla Lettera agli Efesini “Il mio bambino è la cosa più vicina al Cielo che io abbia mai visto” Maternità surrogata: a Roma una Conferenza Internazionale per l’abolizione universale “L’ecologia dell’amore”: intervista sul libro di Antonio e Luisa De Rosa (prima parte) La Festa del Papà: memoria della gioia (anche in tempo di Quaresima)
E così l’amore dei figli ha la capacità di trasformare tutto…di aprire orizzonti più alti e belli di quelli che noi immaginiamo. I bambini sono il dono più prezioso che il Signore Ci ha concesso. Grazie Luca!