17 Settembre 2016

17 Settembre 2016

Il tutto o il nulla

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,4-15)
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

Il commento

Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto” (4,8). La parabola annuncia l’amore di Dio, che semina con abbondanza la Parola, ma richiama anche la responsabilità dell’uomo. Non tutti accolgono e non tutti quelli che accolgono permettono alla Parola di germogliare. È vero, vi sono ostacoli oggettivi, non sempre la famiglia e l’ambiente sociale favoriscono la fede; e vi sono situazioni in cui incontriamo oggettive difficoltà a maturare la fede. Non dobbiamo però cercare alibi. Impedimenti ce ne sono sempre. E sempre ce ne saranno. Per entrare in monastero Teresa di Lisieux deve affrontare una dura lotta, tutti le dicono di aspettare. Eppure non si tira indietro: “la chiamata Divina era così pressante che se avessi dovuto attraversare le fiamme l’avrei fatto per essere fedele a Gesù…” (Ms A, 49r). La parabola chiama in causa la responsabilità personale. Quante volte noi accogliamo la fede ma non con larghezza di cuore; accogliamo Dio, ma non gli permettiamo di entrare in tutti gli ambiti della nostra vita. I diversi terreni di cui parla la parabola non individuano necessariamente quattro categorie di persone ma possiamo anche vedere in essi differenti ambiti di una stessa persona oppure diverse stagioni della nostra vita. A volte, e forse neppure ce ne accorgiamo, il nostro è un sì sincero ma parziale, poniamo limiti e condizioni all’agire di Dio. Non siamo disposti a vivere la fede nella totalità dei suoi fattori. Ecco perché la Parola non porta frutto o non porta i frutti che Dio attende.

Il cristianesimo ha una precisa responsabilità nei confronti della storia. Il filosofo Jean Guitton (1901-1999) diceva alla fine del Novecento: “Sono convinto che stiamo camminando verso un momento in cui l’umanità dovrà scegliere tra il tutto e il nulla”. Scegliere Dio e permettere alla grazia di operare nella nostra vita, significa diventare una parola capace di orientare i passi degli altri, di tutti quelli che attendono la luce. È quello che oggi chiediamo con fede sincera.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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