21 Settembre 2016

21 Settembre 2016

La luce della speranza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,9-13)
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Il commento

Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: Seguimi” (9,9). La conversione di Matteo s’inserisce nel contesto di due capitoli (Mt 8-9) in cui troviamo un sapiente intreccio di racconti di guarigione e di conversione. L’incontro con il pubblicano di Cafarnao segue immediatamente quello del paralitico che riceve dapprima il perdono dei peccati e poi la salute del corpo (9, 1-8). C’è un nesso evidente tra queste due cose. Gesù non si accontenta di restituire all’uomo la salute e la dignità; vuole vestire la fragile esistenza con la grazia che salva. La conversione mostra che l’opera di salvezza raggiunge il cuore, anzi parte dal cuore, è il primo passo di una storia toccata e trasfigurata dall’amore. Levi ha un nome ebraico, è dunque un figlio d’Israele. Ma è un figlio degenere, un uomo che ha tradito la causa del suo popolo, è passato dalla parte dei romani al punto da assumere un incarico che lo rende particolarmente odioso agli occhi dei suoi connazionali. Un uomo condannato e disprezzato. La gente paga le tasse, ma si tiene lontano da uno come lui, lo considera un rinnegato. Gesù invece lo guarda con amore! Stando al racconto evangelico, Gesù lo vede e lo chiama. Non sappiamo se, prima di quell’incontro, hanno avuto occasione di conoscersi. Ma è assai probabile che Levi abbia sentito parlare di Gesù, in fondo abitano nella stessa città. È impossibile non sentire le chiacchiere della gente. Può anche darsi che qualche volta, pur rimanendo lontano e nascosta tra la folla, Levi abbia ascoltato qualche insegnamento di Gesù per capire chi era quell’uomo. Ma non poteva certo immaginare che un giorno il Rabbi di Nazaret, il profeta di Dio, sarebbe passato proprio da lui, e proprio nel luogo in cui svolgeva il suo abituale e odioso lavoro. E l’avrebbe chiamato! Lui, che si considerava ormai un escluso, viene reintegrato nella storia di Dio. E diviene così un’icona eloquente di quell’amore che non dimentica nessuno. Oggi preghiamo perché il nostro sguardo sia illuminato dalla misericordia e la nostra parola sia capace di accendere la luce della speranza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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