24 Settembre 2016

24 Settembre 2016

Non fatevi illusioni

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,43-45)
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Il commento

Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini” (9,44). La parola di Gesù sferza con durezza ogni illusione e ogni forma di ingenuo entusiasmo, egli annuncia chiaramente che la sua missione non si compie tra gli onori ma passa attraverso l’infamia della croce. L’evangelista non riporta soltanto le parole del Maestro ma sottolinea il tono di rimprovero. Il testo greco è più rude: “Mettetevi nelle orecchie”. Potremmo anche tradurre: “aprite bene le orecchie”. Gesù conosce il cuore dell’uomo e sa che l’illusione è un serpente velenoso che accarezza e morde, come un sole accecante che nasconde la strada. La fede non ci immerge nel mondo delle favole ma apre gli occhi sulla realtà. Il male accompagna il cammino dell’umanità. Non è Gesù che fabbrica la croce, sono gli uomini che rifiutano la verità di Dio. La croce è l’icona del peccato, segno visibile di un potere che cerca di soffocare la luce. Ma la croce è anche icona di un amore che non fugge dinanzi al male e non si nasconde nei fragili compromessi. Un amore che abbraccia tutti, anche coloro che crocifiggono. La vicenda di Gesù si ripete lungo i secoli con drammatica evidenza. Tra le molteplici voci dei martiri, oggi voglio richiamare quella di Edith Stein (1891-1942), Ella ha sperimentato sulla sua pelle la forza del male, con profetica chiarezza aveva scelto di chiamarsi Benedetta della Croce. Dal Carmelo di Colonia, quando il nazismo aveva ormai scoperto le carte, lei scrive: “Oggi capisco … che cosa voglia dire essere sposa del Signore nel segno della croce, benché per intero non lo si comprenderà mai, giacché è un mistero… Più si fa buio intorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall’alto” (La scelta di Dio, Roma 1973, 132-133). Signore, noi conosciamo bene la nostra debolezza e sappiamo che non abbiamo il coraggio di fare della croce il nostro distintivo, ma ti chiediamo almeno la grazia di restare fedeli all’amore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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