6 Ottobre 2016

6 Ottobre 2016

Solo l’essenziale

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,5-13)
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Il commento

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (11,9). La preghiera di domanda è certamente legittima, manifesta la fede nella paternità e nella Provvidenza di Dio. Non è affatto un modo infantile di vivere la relazione con Dio. Anzi, è l’espressione genuina di quella ricerca di felicità che appartiene all’esperienza umana. In fondo, la preghiera nasce come invocazione, quando sperimenta la finitudine  e l’impotenza l’uomo volge lo sguardo a Dio e chiede quello che, da solo, non è capace di fare. Quando si sperimenta il dolore, o quando la gioia sembra allontanarsi dalla nostra esistenza, a chi rivolgerci se non a Colui che è la fonte di ogni bene? Molto più infantile, e illusorio, è il tentativo di sostituire la gioia vera con dei surrogati. Quando siamo immersi in qualche necessità, piccola o grande, la preghiera non solo dona un’autentica consolazione ma anche una luce che invita a guardare oltre.

Tutto questo è vero ma … la preghiera non deve alimentare una visione individualistica o egoistica, non deve chiudere l’uomo nell’orizzonte angusto delle sue esigenze. Se così fosse la preghiera non sarebbe più una finestra ma una gabbia, non una via per immergersi nel mistero di Dio ma una stanza chiusa in cui l’uomo cerca e trova solo se stesso. Possiamo e dobbiamo chiedere solo l’essenziale, cioè tutto ciò che serve per realizzare la vita secondo i progetti di Dio, tutto ciò che serve per costruire il Regno di Dio. Insomma, solo ciò che è veramente necessario per compiere la volontà di Dio. E tuttavia, anche in questo caso non sempre riceviamo quello che chiediamo, non sempre lo riceviamo quando a noi sembra opportuno. Anzi, tante volte sperimentiamo la desolante sensazione di non avere le risorse per rispondere in modo adeguato a quei progetti che Dio stesso ha messo nel cuore. La preghiera di richiesta diventa allora offerta di sé: Signore, fa’ di me quello che vuoi, nient’altro Ti chiedo se non la fedeltà. È questo l’essenziale.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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