18 Ottobre 2016

18 Ottobre 2016

Diventare agnelli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Il commento

La festa di san Luca pone sul candelabro uno straordinario evangelizzatore che ha partecipato all’avventura missionaria dei primi decenni, fedele discepolo di Paolo, è rimasto fino alla fine accanto all’apostolo (2Tm 4,11). Luca ha ricevuto il privilegio di raccontare la vicenda di Gesù e quella della Chiesa primitiva, donandoci particolari inediti, soprattutto in relazione alla Vergine Maria. La Chiesa lo onora con il titolo di evangelista. Potremmo soffermarci sugli aspetti più luminosi della sua vita e della missione della primitiva comunità. Potremmo parlare della intraprendenza apostolica, che in pochi anni ha portato il Vangelo in ogni parte del Mediterraneo, potremmo citare le numerose conversioni e i prodigi che sono avvenuti per mezzo dei primi missionari. E invece, vi consegno le parole che Gesù pone all’inizio del mandato missionario: Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi” (10,3). Non è uno scherzo né un errore del copista. Al contrario, è una provocazione che sintetizza la radicale novità del cristianesimo, in totale antitesi alla sapienza popolare: “Chi si fa pecora, il lupo lo mangia”. Gesù non teme di proporre un ideale che appare impossibile: pur sapendo che nel mondo ci sono i lupi, non ci chiede di diventare leoni ma di restare agnelli, non suggerisce di vincere il male con la forza ma di essere testimoni inermi della carità di Dio. Pro veritate adversa diligere: è il motto episcopale scelto dal cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012). Lo ha spiegato lui stesso: “bisogna prepararsi ad amare le contrarietà che inevitabilmente nasceranno dal servizio alla verità”. È difficile essere seguaci del crocefisso senza partecipare in qualche modo alla sua passione (Qualche anno dopo, 61).

Signore, oggi ti chiediamo il coraggio di annunciare la verità del Vangelo, senza lasciarci intimidire dai venti contrari. Sappiamo di essere un “piccolo gregge” (Lc 12,32) ma proprio per questo vogliamo fare tutta la nostra parte perché risuoni quella Parola che porta la pace in ogni cuore e in ogni casa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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