Tradimento

Io ero l’altra, l’amante. Poi lo sguardo di quella bambina, sua figlia

Storia di M. scritta da Ida Giangrande

Mi sono innamorata di lui ben sapendo che era sposato. Sono diventata la sua amante e ho continuato ad esserlo fino al giorno in cui mi sono scontrata con l’innocenza dello sguardo di sua figlia che mi implorava di uscire dalla sua famiglia.

Non ho mai avuto molti problemi a farlo, andare con un uomo e poi con un altro intendo. Il mondo va così è tutto molto….facile. Facile, in ogni senso; le relazioni umane sono ridotte ad uno stato di pura emotività e quando ne sei pienamente coinvolta non ti fermi quasi mai a chiederti se quello che stai facendo è giusto oppure no. Hai bisogno di prendere quello che non hai e il sesso non era altro che questo per me: prendere qualcosa concedendo di me solo ciò che si può toccare. Prima di incontrare lui credevo che non ci fosse nulla di insano in tutto questo, nulla di sbagliato. Se due persone adulte lo vogliono, chi può dire no? Lui era sposato. Aveva una figlia. Non me lo aveva detto a cuor leggero, anzi forse non me lo aveva detto, lo avevo intuito io dal modo in cui parlava al telefono con quella bambina e diventava tenero nella voce, come se tornasse ad essere piccolo insieme a lei. Non gli avevo mai chiesto che cosa non avesse funzionato nel suo matrimonio, in fondo non mi interessava, l’importante era che stesse con me e che tornasse a cercarmi. Non mi sentivo egoista, mi credevo invece una donna indipendente, che non accetta il ricatto sociale di un vincolo, che non dà etichette a quello che prova e che non pretende che sia per sempre. Ma i sentimenti, da qualsiasi parte arrivino, chiedono sempre qualcosa in più e anche se mi piaceva incontrarlo in quell’alberghetto che affacciava direttamente sul mare, a un certo punto cominciai a volere di più. Volevo sapere dove andava quando mi salutava, con chi dormiva di notte, se stare ancora accanto a sua moglie volesse dire qualcosa per lui. “Perché non divorzi?” gli domandai un giorno guardandolo attraverso lo specchio. Lui mi fissò nel vetro, la cravatta che pendeva dal collo del camicia, i capelli ancora arruffati sulla testa e lo sguardo che in quel momento non riuscivo più a decifrare. “Ho una figlia!” ammise in un sibilo quasi impercettibile. “Non sarebbe meglio per lei vivere tra genitori separati che stare con un papà e una mamma che litigano di continuo? Perché suppongo che voi litigate giusto?”.

“No!” rispose secco e fu più il tono di un’ammissione malinconica. “Non litighiamo! Non litighiamo più!” confessò con tristezza e poco dopo se ne andò.  Avevo letto delusione nella sua voce, la disillusione di chi ha creduto veramente all’amore sul quale ha giurato e che poi lo ha visto svanire come neve al sole. Giurai a me stessa che quell’uomo sarebbe stato mio, che mi sarei sostituita a sua moglie e mi sarei presa la sua vita come mi ero presa il suo corpo, così un giorno lo seguii. Parcheggiai la macchina poco lontano da casa sua dove non avrebbe potuto vedermi e lo vidi uscire dall’auto per imboccare il vialetto che conduceva ad una grossa porta bianca. Pochi minuti e questa si aprii, una ragazzina di qualche metro, trottorellò verso di lui chiamandolo papà. Lui la prese tra le braccia, le baciò le guance ed entrò in casa. Volevo entrare anch’io, era gelosa, mi sentivo esclusa dalla sua vita. L’immagine di quella bambina mi attraversò il cuore, lo avevo sempre visto come un amante appassionato e scoprirlo anche nei panni del padre amorevole, mi mise una certa agitazione. Era disposto a restare accanto ad una donna che non amava più per amore di quella bambina, ma com’è possibile e perché? Non era giusto. Dovevo parlare con lei, dovevo incontrarla, così quella mattina aspettai che lui uscisse per andare a lavoro, e quando la sua macchina fu ben lontana, mi presentai alla porta e bussai. Ero determinata a dire: “Ciao sono l’amante di tuo marito” ma quando ad aprirmi fu quella bambina, mi immobilizzai sulla soglia. Il cuore in gola, sulla pelle un sottile strato di sudore freddo. Lei mi fissò per qualche secondo senza muoversi, come a dirmi: “Se vuoi entrare in casa mia devi chiedermi il permesso”. Avrei dovuto dire qualcosa. L’adulta ero io, ma in quel momento non sentivo di esserlo. Il suo sguardo innocente, mi inchiodava alle mie responsabilità, mi faceva vedere per quella che ero veramente: un’amante. L’altra donna, la via di fuga più facile, quella che arriva all’improvviso e in nome dell’amore si sente in diritto di cancellare una storia di dedizione e sacrifici, di lavoro e di gioia, perché doveva essere stata una gioia partorire quella bambina. Ma era una gioia che non apparteneva a me. “Vuoi parlare con la mia mamma?” mi domandò allora lei. “No!” risposi di istinto. Non avrei il coraggio di guardarla in faccia, avrei dovuto dirle, ma lei non avrebbe capito, era troppo piccola per capire. Ero io l’adulta ed era il momento che cominciassi a comportarmi da tale. Andai via e raggiunsi il mio amante: solito albergo, solita ora, solita stanza. Lo guardai senza dire nulla, non avevo il coraggio di raccontargli che avevo visto da vicino la sua splendida famiglia, che mi ero sentita una sporca intrusa perché avevo capito che non avrei mai potuto sostituirmi a sua moglie, anche se la loro figlia non fosse mai nata. “Sei proprio sicuro che non ci sia nulla da fare per te e per lei?” gli domandai con le lacrime agli occhi. Questa volta fu lui a fissarmi senza dire nulla: in quelle mie parole stava trovando il coraggio necessario per tornare a crederci. Si passò una mano tra i capelli, poco dopo si alzò, prese la giacca, la ventiquattro ore e prima di andarsene mi diede un bacio sulla fronte. Non l’ho rivisto mai più, ma ho saputo che è tornato a casa, in quella casa del cuore che si costruisce quando ci si sposa, la casa del noi ed ora è felice, lì dove deve stare perché è sempre molto più facile fuggire dalle responsabilità e dai problemi che restare e affrontarli. Ma la novità è proprio questa: i problemi si affrontano e spesso si risolvono.




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14 risposte su “Io ero l’altra, l’amante. Poi lo sguardo di quella bambina, sua figlia”

Il valore della famiglia va sempre preservato, nonostante questo comporti un gran numero di difficoltà e responsabilità. La famiglia non è solo un gruppo di persone; si tratta di un posto dove nasce e si costruisce un affetto comune molto forte tra di esse ed è molto difficile da sciogliere. Probabilmente la storia che c’è stata tra queste due persone adulte ha fatto capire dei valori importanti ad entrambi. Mentre lei ha maturato la consapevolezza di non poter sostituire l’amore di una famiglia, lui ha compreso che bisogna lottare e affrontare i problemi che essa pone, perché molto spesso tutto si risolve e torna più forte di prima.

Queste sono cose che succedono sempre più spesso. Si cerca di fuggire dai propri problemi e spesso si prende la strada sbagliata. Il tal caso però, “la storia finisce bene” entrambi hanno capito di quali siano i veri valori: l’amore, la famiglia, il coraggio, il saper perdonare e la capacità di saper apprendere i proprio errori.

Qualsiasi relazione al di là del matrimonio potrá sostituire l’affinitá che si crea tra marito e moglie. Nessuna relazione al di là del matrimonio potrà sostituire un componente della famiglia. Nessuna persona può intromettersi nel rapporto genitore-figlio. Tutti abbiamo importanza per qualcuno a questo mondo, la differenza sta nella quantità e per chi l’abbiamo. La famiglia è tutto per i figli e nessuno può distruggerla.

La famiglia è un valore inestimabile che solo pochi sono in grado di conservare e di capirne il valore appunto. L amore è anche, e sopratutto, affrontare i problemi insieme e non cercare di scappare. E bisogna prendersi le proprie responsabilità capire i propri errori, perche mai nulla sara piu bello della felicita, di avere una famiglia, e qualcuno al tuo, fianco che ti ama.

Ciao, sono Stella non ho avuto esperienze di questo genere,ma penso che lei abbia fatto una scelta giusta, nel non vedere più quell’uomo. Leggere questa storia ha suscitato in me sensazioni diverse:in parte penso che per lei sia stato difficile mettersi da parte quindi complimenti per il caraggio e la volontà, a favore di una bambina. Ma in fondo penso che non è il meglio vivere in una famiglia con due genitori che stanno insieme solo per lei, basterebbe spiegargli la verità e non essere ipocriti.

Dopo aver letto questa storia un qualcosa si è mosso dentro di me,perchè sono convinto che l’unica cosa che può veramente controllare il cuore è l’amore.
L’amore è padrone del cuore e non si fa comandare,arriva all’improvviso e non te ne accorgi e nella vita è la cosa più bella che Dio abbia potuto creare!
Riagganciandomi a questa storia l’amore viene visto in modo diverso;noi siamo esseri indipendenti e nessuno è di qualcun’altro anche quando diciamo alla fidanzata “tu sei mia” o cose simili non ritengo che questa sia una cosa giusta.
Ma nella vita c’è un momento particolare in cui diventi una persona sola con l’altra e questo momento è proprio quando giurate amore d’avanti a Dio.
Da questo momento in poi le due persone capiscono veramente che sono fatte l’uno per l’altra e quindi non ritengo che si possono innamorare di qualcun’altro e se uno dei due successivamente dice di provare qualcosa per qualcun’altro/a… bhe allora in quel caso sarà solamente un infatuazione o cose simili,queste cose accadono per le cose peccaminose che ci conducono al male,ma se si prova amore per qualcuno e si è inisieme a Dio si possono abbattere tutti i muri e del mondo!!!

Personalmente, leggendo questa storia, ho compreso la vera importanza della famiglia che riesce a superare i più grandi ostacoli e che ci fa maturare come persone facendoci capire quali siano i valori reali nella vita tra cui, soprattutto, l’amore e la fedeltà.

Un ringraziamento alla prof. Elisabetta Cafaro per aver approfondito questa tematica.

Da Luca, Antonio e Luigi.

Una storia molto significativa. Penso che quando nella vita decidi di unirti ad una persona e avere con questa una famiglia non devi per nessun motivo tradire perché hai promesso a Dio di onorarla per tutta la vita soprattutto quando ad unire due persone non è solo la fede ma anche un figlio . Non si sfugge dai problemi evitandoli ma risolvendoli. Bisogna sempre alzarsi e combattere.

In questa storia di sensibilità e coraggio si evidenzia anche la fragilità di crisi di coppia che spesso hanno solo bisogno di essere “messe a fuoco”, per ritrovare nuova energia. Quell’uomo concentrava nell’amore per la figlia tutto il significato della sua storia familiare, che la donna ha ben colto in tutta la sua pienezza qualora le si è rivelato il volto della bimba e lì ha percepito la sua estraneità a quella storia familiare,quindi il valore di un vincolo ancora vivo e sacro ed intoccabile. Un esempio di coraggio, responsabilità e vero amore, percepito nella capacità di andare oltre il proprio egoismo e rivedere nell’altro, in lui, la “sua” storia, che è poi storia condivisa di amore e sacralità familiare e che grazie a questa esperienza umana l’uomo ha potuto riscoprire nel suo cuore.

La famiglia è un insieme di persone legate da un sentimento fortissimo d’affetto e amore.
In questo caso, nonostante gli errori commessi,’tutto’ è andato a buon fine.
Questo perché l’amore di una famiglia -se davvero forte- riesce sempre a superare tutte le difficoltà e le prove a cui la vita ci sottopone.
L’ideale sarebbe quello di non commettere errori.. In caso contrario, bisogna prenderne coscienza, affrontarli e cercare di risolverli.

Negli ultimi anni si sente sempre più frequentamente parlare di tradimento.
Io sono contraria al perdono verso qualcuno che ha tradito la mia fiducia, perché credo che chi tradisca una volta lo ripeterà…
Nonostante ciò apprezzo il fatto che in questo caso la donna ha riconosciuto l’errore che ha commesso, che si sia pentita e che abbia cercato di far capire a quest’uomo l’importanza della famiglia.
Infine io penso che l’amore di una famiglia superi ogni ostacolo.

“Se due persone adulte lo vogliono, chi può dire di no?”
Certo, é così, all’amore non si comanda,ma quando c’è di mezzo il tradimento e le bugie, si vive tutto con meno sincerità e “passione”, almeno secondo me. Poi quando ci sono di mezzo i figli, penso che, riferendomi all’uomo, non si dovrebbero commettere questi errori, perché i bambini ricordano, archiviano. Il non sentirsi egoisti,non so come definire la cosa. So che quando si tiene con se una persona e in fondo si sa che c’è qualcosa che non va…questo non è amore. È masochimo. È normale, poi, pretendere di più. E da qui ritorna il discorso di prima: non si vive l’amore come dovrebbe essere vissuto. Quest’uomo,in questo caso, tiene conto della presenza di sua figlia. I figli sono anime che vanno protette, anche quando questo significa andare contro i propri desideri, ma non in questo caso, perché infine, quando questa donna lo segue, si reca a casa sua e bussa alla sua porta presentandosi come l’amante, lui infine rinuncia a lei, perché ha capito,si è reso conto di appartenere ancora a qualcosa, a qualcuno, e quest’uomo appartiene a quella famiglia, a quella bambina, a sua moglie. Per quanto possano essere dolorosi gli addii, spero che questa vicenda possa servire da lezione per questa donna, “l’amante”, affinché possa impegnarsi con qualcuno che sa tenere davvero il suo cuore,com’è giusto che sia.

Mi meraviglia tantissimo il comportamento di questa donna che ha riconosciuto il momento di togliere il disturbo e di uscire in punta di piedi . Oggi purtroppo si gioca allo sfascio.Nulla è più bistrattato della famiglia.Io credo che si debba ritornare a quel santo timore di Dio che ti fa discernere il bene dal male.Nella Bibbia non è forse detto:- Non osi separare l’ uomo ciò che Dio ha unito?

Ancor prima del nostro Credo religioso dovremmo rispondere ad un imperativo categorico della nostra coscienza :”Non fare agli altri quello che non vorresti mai fosse fatto a te stesso”… Per natura ed educazione ,non accetterei mai di fare l’amante ma ,soprattutto, non potrei sopportare di costruire la mia felicità sull’infelicità degli altri ,della quale l’amante è corresponsabile.Abbiamo la ragione che dovrebbe indirizzare le nostre pulsioni,non possiamo diventare peggio delle bestie.GLI ALTRI SIAMO NOI!

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