Adozione

Igor, rifiutato dalla mamma naturale e anche dalla famiglia adottiva. Ma …

adozione

di Silvia Sanchini

Patologie che esplodono dopo l’adozione. Il dolore del piccole Igor e la sua storia di abbandono e di rifiuto e la paura ancora oggi di non essere nato per essere amato.

Rifiutato.
Questa è la parola che credo si addica di più a come mi sento, alla mia storia.
Sono stato rifiutato dalla mia mamma naturale quando avevo tre anni e vivevo ancora in Russia e lei mi ha accompagnato tenendomi per mano in un orfanatrofio. Diceva che sarebbe tornata a prendermi, ma io non l’ho più rivista.
Dopo qualche anno mi sono sentito rifiutato anche dalla famiglia che mi ha adottato in Italia.
Tutto è cominciato nella stanza di quel medico, con quella diagnosi: ADHD e disturbo oppositivo/provocatorio.
Io li ho visti gli sguardi dei miei genitori adottivi in quel momento, ho visto come il mondo è sembrato crollare loro addosso.
Non ero più il bambino perfetto che pensavano di aver accolto.
Io invece mi ero quasi sentito rincuorato perché il medico mi aveva spiegato che era anche a causa di quelle quattro lettere, Adhd, che facevo così fatica a stare fermo e a concentrarmi, che mi muovevo con goffaggine tre i preziosi mobili della mia nuova casa, che diventavo irascibile e aggressivo quando qualcuno provava a contraddirmi.
Poi la serie di rifiuti è continuata con le comunità. Ne ho passate quattro. All’inizio tutto va bene e sembra funzionare, poi viene fuori quella parte oscura di me, quella che mi fa sentire un piccolo Hulk, quella piena di rabbia e di paura, una pentola a pressione pronta ad esplodere nei momenti più inaspettati. E comincio a distruggere tutto e tutti. Non guardo in faccia nessuno.
E allora gli altri mi rifiutano.
Adesso sono in una comunità per ragazzi con problemi psicologici e psichiatrici. E la mia paura più grande è che anche Caterina mi rifiuti.
Io sono innamorato di lei, voglio sposarla, avere dei figli. Anche lei come me è in comunità e prende delle medicine per stare meglio.
Solo che litighiamo in continuazione, una volta ho alzato anche le mani su di lei perché avevo paura che mi stesse lasciando e ho cominciato a stringerle fortissimo i polsi…però non volevo farle del male.
Quando non litighiamo è bellissimo.
Da qualche tempo ho ricominciato a sentire al telefono anche i miei genitori adottivi, li chiamo una volta a settimana.
C’è un educatore di cui penso di potermi fidare, o almeno lo spero: ha sopportato tutte le mie crisi, ha tollerato la mia disperazione e il mio dolore, la mia tendenza a distruggere ogni cosa.
A volte penso che ci sono persone destinate a cercare disperatamente amore senza riceverne. In cerca di una casa, di qualcuno da chiamare famiglia.
Chissà se anche per me arriverà un giorno in cui potermi, finalmente, sentire amato e non più respinto.




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2 risposte su “Igor, rifiutato dalla mamma naturale e anche dalla famiglia adottiva. Ma …”

Coraggio genitori adottivi! Se Igor è così non è per sua colpa: quando nasciamo siamo tutti uguali se abbiamo genitori buoni non è merito nostro, se sono incapaci di amare non è colpa nostra. Io vengo da una esperienza simile in cui,come lo educatore della storia, qualcuno ha continuato a voler bene ad oltranza contro ogni consiglio o invito a lasciar perdere e a pregare molto soprattutto Maria, la Mamma migliore e più affettuosa e… ha funzionato! Non è stato facile dopo tanti rifiuti e abbandoni dopo tanto dolore innocente, far rinascere la fiducia. Non è rabbia è il terrore difficile da controllare di essere abbandonati di nuovo. Anche noi, adulti e con genitori migliori di Igor, facciamo fatica a volte a controllare queste paure. Sono stati per me sei anni a volte molto molto duri ma ora con tanti che mi hanno sostenuto con la preghiera e con la certezza cui non ho mai abdicato che tutto si sarebbe risolto e che il mio “Igor”fosse comunque buono posso dire che le cose vanno bene. Il mostro cioè la paura dello abbandono ci è ancora, ma insieme abbiamo imparato a controllarlo. Insieme.Genitori continuate ad amare sempre e comunque vostro figlio : credetemi non ci è gioia più grande di un essere umano che impara a fidarsi di nuovo e ad amare grazie a voi!

Mi dispiace tantissimo per Igor. Quando c’è così tanta rabbia, bisogna ascoltare, accogliere, essere dei contenitori dalla capienza infinita. Igor merita di avere qualcuno che lo ami. Ognuno di noi ha diritto di essere amato e accolto. Nostro figlio Max attraversa dei momenti in cui sembra una perla, altri momenti in cui ci riversa addosso una rabbia incontenibile. Le mie orecchie hanno raccolto parole pesantissime, accuse che forse avrebbe voluto fare alla donna che lo ha messo al mondo, L’ho ascoltato, l’ho abbracciato, l’ho rassicurato, l’ho contenuto, ma soprattutto mi sono distaccata dalla sua rabbia per vederla con mente lucida, per raccogliere i cocci di un’infanzia compromessa dall’assenza di affetto, quello di cui ogni bambino ha diritto. Genitori, fatevi aiutare, sostenere, ma non lasciate mai i vostri figli. I figli sono figli per sempre, comunque siano.

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