CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“Cari sposi, facciamoci santi insieme”

31 Ottobre 2016

Eucaristia

Un colloquio profondo quello che emerge nel blog di oggi di don Silvio che scrivendo ad una coppia di sposi all’indomani dell’undicesimo anniversario rispolvera una lettera dei primi anni quando hanno saputo che il Signore benediceva il loro amore con il dono di un figlio.

Carissimo Padre,

negli ultimi tre mesi troppe cose ci stanno accadendo: la laurea di Agnese, il nostro matrimonio, ed oggi l’inattesa notizia di essere chiamati ad essere genitori. Se guardiamo anche solo per un istante dietro, ci accorgiamo che la nostra vita è radicalmente cambiata ed ancora…

Caro Padre, ricordi quello che ci chiedesti: “lasciate che sia Cristo ad avere le chiavi della vostra casa…”? Noi le abbiamo consegnate a Lui e grazia su grazia si stanno riversando nella nostra vita. Oggi facciamo i conti con questo clandestino. È un evento troppo grande per essere compreso con le nostre piccole menti… Il Padre ci chiede di custodire un altro figlio, questa volta non spirituale, ma nella carne; ci sentiamo tanto confusi ma con il cuore traboccante di gioia per la grazia che ci è donato di gustare: noi piccoli segni in questo avamposto missionario siamo chiamati a guidare verso la Santità un figlio.

O Padre carissimo, mi sa che nel nostro diario di casa non c’è un attimo per rilassarci perché troppe sono le parole che il Padre ci chiede di conservare nella storia della nostra famiglia. La nostra storia oggi è stata arricchita da questo straordinario evento ed ancora una volta la tua visita e le tue parole sono state per noi lampada. Ricordiamo benissimo quando a cena si iniziò a parlare della vita e noi, piccole creature con il cuore preso da mille domande, chiedevamo, esprimevamo i nostri dubbi, le nostre paure, le tante incertezze; tu come sempre facesti quello che sai fare meglio (che non è scrivere ed inviare catechesi!) ma ci invitasti a pregare ed ad affidare tutto questo a chi sa cosa è giusto per noi.

Non abbiamo mai smesso di consegnarci nelle braccia di Maria (che oggi è la Mamma nostra!), tutto quello che portavamo nel cuore: a Lei abbiamo affidato tutto questo, è Lei la Madre buona che ha riempito la nostra piccolezza di questo immenso amore.

Padre, credo che tu sappia che la tua lettera e le tue parole, oltre ad “ore di pianto” continuano a riempire sempre la nostra vita e ad illuminare l’ordinario cammino che dobbiamo compiere per raggiungere la Santità. Portiamo nel cuore la sofferenza per quelle coppie che non hanno ancora figli e, ancora di più, per quelle che hanno perso un figlio in gravidanza. Sono esperienze dolorose che ci lasciano muti. Ma sappiamo che anche queste vicende fanno parte di quel ricamo di santità che il buon Dio tesse nella storia quotidiana. Insegnaci ad essere fedeli.

Ti abbracciamo con immenso affetto, coscienti che è Cristo che ci riempie, ogni giorno, della Sua immensa Grazia.

Giovanni, Agnese e ….

 

Cari amici,

questa lettera appartiene alla “preistoria” del vostro matrimonio, eravate sposati da pochi mesi, agli occhi del mondo, e anche delle persone a voi più care, potevate apparire come ingenui sognatori, sposi non ancora svezzati. Voi invece eravate convinti di essere sulla buona strada, il buon Dio vi aveva dato tanti segni concreti della sua presenza amorevole e avevate tanti altri amici con i quali condividere l’avventura della fede. Eravate giunti al matrimonio con tutta la passione di due giovani che per lunghi anni hanno sognato le nozze ma anche con una viva coscienza della responsabilità.
Non avete cercato di risparmiare, anzi avete puntato tutto sul Vangelo, fin dall’inizio. Pronti a fare scelte che non tutti comprendevano, disponibili anche a perdere tutto, se necessario, pur di conservare la fede. Diciamo la verità, scegliere la santità come orizzonte di vita non è molto comune. Ma voi lo avete fatto. Ed è bello oggi, a distanza di 11 anni, con tre figli e tanti amici a carico, riconoscere che non avete sbagliato strada, non avete preso abbagli, non avete inseguito illusioni. È bello vedere i figli crescere con la consapevolezza che Gesù non è un personaggio da fumetti ma una Persona che accompagna la nostra vita. È bello sapere che la vostra casa è spesso affollata di gente, altri sposi con i loro figli. Ma anche giovani inviati dalla parrocchia o dalla Provvidenza.
La vostra vita è piena di santi desideri e … tante preoccupazioni. Non manca la gioia perché non manca l’amore. E se qualche volta la stanchezza fa capolino, sapete già cosa fare: una bella corsa in chiesa dove potete consegnare tutto nelle mani di Dio. Sì, amici, facciamoci santi insieme. Fate della vita una bella corsa, arriverete alla fine stanchi ma felici. È questo il mio augurio per domani.

Don Silvio




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