2 Novembre 2016

2 Novembre 2016

Cielo e terra

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Il commento

Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo” (25,34). Questa parola è una luce che rischiara le tenebre dell’esistenza. Se non avessimo l’intima certezza che questa vita si affaccia sull’eternità beata, come potremmo affrontare la fatica dell’oggi? La fede dona e alimenta la speranza che un giorno entreremo in quella patria “dove non si perde l’amico e non si deve temere il nemico, dove si vive in perfetta concordia senza alcuna privazione, dove nessuno nasce perché nessuno muore, dove non si ha né fame né sete perché saremo nutriti dalla verità” (Sant’Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, 30,7). Una volta ho pregato così: “Cosa sarei se Tu / non fossi venuto con potenza? / E dove andrei / oggi / se Tu non avessi / rivelato la meta / che veste di gioia / il mio faticoso andare?”. È l’eternità che dà valore ai giorni terreni. Se facciamo di questa vita un assoluto, diventa una gabbia che imprigiona ogni attesa. Se invece cerchiamo l’eternità, se viviamo da pellegrini, se impariamo a camminare verso l’Oltre, tutto si colora di speranza e ogni cosa acquista il suo autentico valore. Vivere fin d’ora nella luce dell’eternità significa cercare Dio solo, non desiderare altra felicità se non quella che viene da Lui e conduce a Lui. Anche la sofferenza ha il timbro di Dio. Anzi, tante volte proprio la sofferenza purifica il cuore da ogni istintivo attaccamento alle cose e lo orienta verso Dio.

Ieri abbiamo contemplato la Gerusalemme celeste invocando l’aiuto dei santi, quelli che hanno attraversato l’esistenza senza smarrire la meta, quelli che hanno combattuto e vinto. Oggi invece preghiamo per i defunti che si trovano nella purificazione, quelli che non sono ancora pronti per entrare alla festa di nozze. Non sappiamo quanti hanno varcato la soglia del Paradiso e quanti sono ancora nella purificazione. Ai santi, che già dimorano nella patria beata, chiediamo di intercedere per noi, pellegrini sulla terra. Noi invece preghiamo per tutti gli altri defunti. È Dio la sorgente di questa comunione che lega Cielo e terra.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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