13 Novembre 2016

13 Novembre 2016

L’opera di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,5-19)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Il commento

Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta” (21,6). La parola di Gesù non accarezza, al contrario arriva con la forza di un vento freddo che sconvolge le nostre sicurezze e invita a rimettere tutto in discussione. Per i discepoli è un’affermazione scioccante: il Tempio non era soltanto l’opera più grande e bella che il popolo aveva saputo realizzare, ma il simbolo stesso dell’identità d’Israele, il segno visibile della presenza di Dio, la garanzia che Dio vigilava sulla storia del suo popolo. Insomma, quel Tempio costruito, ricostruito e abbellito era l’orgoglio della Nazione. Ma proprio per questo di fatto generava una falsa sicurezza. Con un linguaggio piuttosto ruvido Gesù ricorda che quel Tempio è stato costruito con mani d’uomo (Eb 9, 11) e, come tutte le opere umane, è destinato a perire. Anche quelle più sante non sono capaci di sfidare il tempo. Non dobbiamo ostinarci a fare opere grandi, quelle che suscitano l’applauso degli uomini; dobbiamo preoccuparci unicamente di compiere le opere di Dio, cioè le opere che Dio vuole. Senza attaccarci a niente e a nessuno, se non a Dio. “Non sarà lasciata pietra su pietra”: non solo chi si attacca alle pietre, ma anche chi scommette tutto sugli affetti umani, resterà deluso. Le opere dell’uomo sono per natura segnate dalla fragilità e quindi incapaci di rispondere a quel desiderio di pienezza che ogni uomo porta in sé, come scrive sant’Agostino: “Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te” (Confessioni, 1,1). Questa inquietudine è come il marchio di fabbrica, siamo creature finite che portano dentro un desiderio di infinito. È il segno più evidente dell’origine divina, l’uomo non si riduce alle cose e non può trovare nelle cose la sua realizzazione. Siamo fatti per l’eternità.

Donaci, Signore, di non lasciarci ingannare dalle false promesse e di non lasciarci turbare dagli eventi dolorosi della storia. Fa’ che in ogni circostanza il nostro cuore resti attaccato a Te e fa’ che la tua Parola sia l’unica lampada nelle tenebre della vita e nell’oscurità della storia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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