17 Novembre 2016

17 Novembre 2016

Anche Dio piange

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,41-44)
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Il commento

Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa” (19,41). Il lungo viaggio è terminato. Sotto lo sguardo di Gesù si stende Gerusalemme, la città Santa. Ogni ebreo ha un particolare attaccamento a questa città, un legame viscerale: “sono in te tutte le mie sorgenti”, dice il salmista (Sal 87,7). Questa Città, che nasconde i segreti di Dio, si prepara ad accogliere l’inviato di Dio ma la lunga attesa ha annebbiato gli occhi. Prima di entrare in Gerusalemme Gesù si ferma e piange. Anche Dio piange. Le lacrime non sono il segno della debolezza ma dell’amore. È un gesto che ha un sapore umano e divino: è il pianto di un figlio di Israele che esprime il dolore dell’uomo e la tristezza di Dio. Le lacrime sono il segno esteriore di una indicibile amarezza che stringe il cuore. Le lacrime sono accompagnate da parole che esplicitano il senso: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace!” (19,42). Israele non ha conosciuto “il giorno” in cui Dio lo ha visitato, ha perso l’appuntamento con la grazia. È un giudizio severo che non suona come una condanna ma come un appello. Le parole di Gesù, condite con le lacrime, sono l’espressione più bella della sua intima e sofferta partecipazione alla storia del suo popolo. È una splendida e inconsueta immagine di Dio. Gesù annuncia che “vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte” Lc 15,7); ma svela anche il dolore di Dio ogni volta che un suo figlio si chiude alla grazia e volta le spalle, ogni volta che un’intera comunità si chiude nella placida mediocrità. Contemplando questa scena la Chiesa comprende ancora meglio la sua missione: non si combatte il male scagliando fulmini, siamo invece chiamati a manifestare il volto compassionevole di Dio. Una Chiesa che condivide la vicenda degli uomini non può chiudere gli occhi dinanzi al male e non può non soffrire con e per loro. Gesù si prepara a entrare in Gerusalemme per offrire se stesso. È l’unica risposta al male. L’unica degna di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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