18 Novembre 2016

18 Novembre 2016

Non c’è posto per gli abusivi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,45-48)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Il commento

Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano” (19,45). Non appena arriva a Gerusalemme, Gesù si reca nel Tempio. “La mia casa sarà casa di preghiera” (19,46), dice Gesù citando Isaia. Quelle antiche parole ricordano che Dio vuole fare della sua casa il luogo d’incontro fra tutti i popoli: “li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera” (Is 56,7). Tutti sono e saranno sempre invitati ma non tutti possono starci. La misericordia che Gesù proclama nella sinagoga di Nazaret (Lc 4, 18-19) non è un editto di tolleranza, una sanatoria indiscriminata o uno sconto sui peccati. Gesù annuncia una vita nuova che inizia con l’abbandonare quei beni materiali che troppo spesso diventano una catena che impedisce di camminare nelle vie di Dio. In questa luce comprendiamo il gesto che egli compie nel Tempio: Lui entra e, per prima cosa, scaccia i mercanti. Il verbo ekbállō fa pensare ad un intervento deciso, li allontana con forza come occupanti abusivi. Evidentemente nella casa di Dio non c’è posto per tutti! Sulle orme del suo Maestro la Chiesa deve invitare tutti i suoi figli ad assumere quello stile di vita che si conforma alla verità di Dio. Non si tratta di stilare una lista di proscrizione ma occorre indicare con più chiarezza quali atteggiamenti e comportamenti inquinano la nostra identità e fanno della nostra vita un luogo inospitale per Dio.

Quale rapporto infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre?” (2Cor 6,14). La Parola oggi invita a togliere dalla casa di Dio tutto quello che offende Dio e tutto ciò che offusca la sua Parola. Ma chiede anche a noi, che siamo “tempio del Dio vivente” (2Cor 6,16) di allontanare con decisione non solo ciò che contrasta con il Vangelo ma anche tutto quello che non favorisce una risposta fedele. “Gesù solo! Nient’altro che lui!”, scrive Teresa di Lisieux pochi mesi dopo il suo ingresso in monastero (LT 54). Lei è rimasta fedele a questo impegno. Fino alla fine. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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