opere di misericordia

Sopportare le persone moleste

Papa Francesco

Foto: © neneo - Shutterstock.com

di Ida Giangrande

Ultimo appuntamento di papa Francesco con i fedeli per la consueta Udienza del mercoledì, prima della chiusura del Giubileo della Misericordia. Dalle parole del Papa: “Insegnare a guardare all’essenziale è un aiuto determinante, specialmente in un tempo come il nostro che sembra aver perso l’orientamento e insegue soddisfazioni di corto respiro”.

Prosegue il viaggio di papa Francesco nelle opera della misericordia corporale e spirituale. Questa settimana al centro della catechesi la pazienza di sopportare le persone moleste. “Che cosa dobbiamo fare con le persone moleste? Ma anche noi tante volte siamo molesti agli altri. Perché tra le opere di misericordia è stata inserita anche questa? Sopportare pazientemente le persone moleste?” chiede il Papa. In piazza ad aspettarlo 22mila fedeli radunatisi per l’ultima Udienza generale prima della chiusura dell’anno giubilare, ai quali il Papa ricorda la pazienza di Dio, ripercorrendo la storia dell’alleanza raccontata dalle Sacre Scritture: “Nella Bibbia vediamo che Dio stesso deve usare misericordia per sopportare le lamentele del suo popolo. Ad esempio nel libro dell’Esodo il popolo risulta davvero insopportabile: prima piange perché è schiavo in Egitto, e Dio lo libera; poi, nel deserto, si lamenta perché non c’è da mangiare (cfr 16,3), e Dio manda le quaglie e la manna (cfr 16,13-16), ma nonostante questo le lamentele non cessano. Mosè faceva da mediatore tra Dio e il popolo, e anche lui qualche volta sarà risultato molesto per il Signore. Ma Dio ha avuto pazienza e così ha insegnato a Mosè e al popolo anche questa dimensione essenziale della fede. Viene quindi spontanea una prima domanda: facciamo mai l’esame di coscienza per vedere se anche noi, a volte, possiamo risultare molesti agli altri? È facile puntare il dito contro i difetti e le mancanze altrui, ma dobbiamo imparare a metterci nei panni degli altri”. Poi il richiamo al Vangelo e alla pazienza di Gesù: “Quanta pazienza ha dovuto avere nei tre anni della sua vita pubblica! Una volta, mentre era in cammino con i discepoli, fu fermato dalla madre di Giacomo e Giovanni, la quale gli disse: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno» (Mt 20,21). La mamma faceva la lobby per i suoi figli, ma era la mamma … Anche da quella situazione Gesù prende spunto per dare un insegnamento fondamentale: il suo non è un regno di potere, non è un regno di gloria come quelli terreni, ma di servizio e donazione agli altri. Gesù insegna ad andare sempre all’essenziale e a guardare più lontano per assumere con responsabilità la propria missione. Potremmo vedere qui il richiamo ad altre due opere di misericordia spirituale: quella di ammonire i peccatori e quella di insegnare agli ignoranti. Pensiamo al grande impegno che si può mettere quando aiutiamo le persone a crescere nella fede e nella vita. Penso, ad esempio, ai catechisti – tra i quali ci sono tante mamme e tante religiose – che dedicano tempo per insegnare ai ragazzi gli elementi basilari della fede. Quanta fatica, soprattutto quando i ragazzi preferirebbero giocare piuttosto che ascoltare il catechismo!”. Insegnare a puntare alle cose essenziali della vita, quelle che arricchiscono lo spirito più che il corpo, che piacciono al cuore più che agli occhi, questo oggi come oggi, deve essere l’impegno concreto di ogni buon cristiano. Un impegno decisivo e complicato che passa attraverso gesti di concreta carità. “Non dimentichiamo – esorta il Papa –  le parole di Gesù: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Lc 6,41). Lo Spirito Santo ci aiuti ad essere pazienti nel sopportare e umili e semplici nel consigliare”. Subito dopo i saluti l’accorato appello del Papa sullo sfruttamento minorile: “Domenica prossima, 20 novembre, si celebrerà la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Faccio appello alla coscienza di tutti, istituzioni e famiglie, affinché i bambini siano sempre protetti e il loro benessere venga tutelato, perché non cadano mai in forme di schiavitù, reclutamento in gruppi armati e maltrattamenti. Auspico che la Comunità internazionale possa vigilare sulla loro vita, garantendo ad ogni bambino e bambina il diritto alla scuola e all’educazione, perché la loro crescita sia serena e guardino con fiducia al futuro”.

 




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