30 Novembre 2016

30 Novembre 2016

Comincia dagli ultimi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,18-22)
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Il commento

Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini” (4,19). La festa di un apostolo ci riporta alle origini, quando Gesù di Nazaret inizia ad annunciare che Dio era pronto a rinnovare la storia dell’umanità (4,17). Tutto comincia lungo la riva del lago di Tiberiade, quel giorno Gesù chiama i primi discepoli. Non ha titoli né può vantare amicizie importanti, eppure la sua parola risuona con un’autorità sorprendente, esercita un fascino che azzera la naturale diffidenza. “Venite”, dice Gesù ad alcuni pescatori. Ed essi “subito lasciarono le reti e lo seguirono” (4,20). Li chiama mentre stanno lavorando, hanno altro da fare eppure capiscono che non c’è niente di più importante. Accolgono l’invito senza esitare. Come non rimanere commossi dinanzi all’avverbio che misura l’ingenua fede di quei primi amici, quelli che sarebbero rimasti con Lui fino alla fine, quelli che avrebbero dato la vita per comunicare al mondo la verità che salva? Ma come non restare stupiti dinanzi alla misericordia del Signore che sceglie gli umili per compiere un’opera che doveva sfidare i secoli? Non comincia dai potenti né dai filosofi, né bussa alla porta di coloro che hanno ricchezze. Comincia dagli ultimi. Commenta Sant’Agostino: “Il Signore, per farci disprezzare l’amicizia dei potenti, non volle prima scegliere i senatori, ma i pescatori”. E aggiunge: “Vieni tu, o povero, seguimi; non hai nulla, non sai nulla, seguimi. Tu che sei ignorante e povero, seguimi!” (Discorsi, 87, 10,12).

Siamo tutti chiamati. Tutti apostoli. Nessuno deve tirarsi indietro. La posta in gioco è troppo alta per cercare scuse. Colui che ci chiama ci darà tutto il necessario per rispondere. Teresa di Lisieux non ha scelto il monastero per stare lontana dalla battaglia, al contrario ella aveva maturato la coscienza di essere chiamata a “diventare l’apostola degli apostoli con la preghiera e il sacrificio” (Ms A, 50r). Porta nel cuore il desiderio di essere apostolo: “Vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome e piantare sul suolo infedele la tua Croce gloriosa!” (Ms B 3r). Alla sua intercessione affidiamo i Pastori della Chiesa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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