Vita nascente

L’embrione, uno di noi!

Uno di noi

di Ida Giangrande

Uno di noi, si chiama così la petizione promossa dal Movimento per la Vita italiano, che torna alla carica dopo essere stata bloccata dalla Commissione europea sebbene avesse raccolto 2mila firme contro la distruzione di embrioni umani nel campo della ricerca scientifica e l’erogazione di fondi a enti privati internazionali che propagandano l’aborto.

Cosa si nasconde nel grembo di una donna? Un coagulo di sangue, un semplice grumo di cellule facilmente confondibile con quelle di un qualsiasi altro essere vivente? La risposta ormai è acclarata: il concepito è Uno di noi. Si chiama proprio così, Uno di noi, la campagna ideata dal Movimento per la Vita, tesa a ricordare che nell’embrione c’è sempre un uomo e quando si dice uomo si dice integrità, dignità e valore assoluto. Il progetto Uno di noi, nasceva il 1 aprile 2012 come comitato organizzativo in seno al nuovo istituto europeo di democrazia partecipata denominato Iniziativa dei cittadini europei. L’intento era chiedere l’impegno della Ue a non finanziare la distruzione di embrioni umani nel campo della ricerca scientifica e a non erogare contributi economici a enti privati internazionali che propagandano l’aborto. La petizione raccolse 1.894.693 firme, ma pur avendo avuto l’autorizzazione da parte dell’Ue, nel maggio del 2014 la Commissione europea decise di non dare seguito a questa richiesta ignorando la voce di quasi 2milla firmatari. Il popolo della vita non si arrese e anzi, forte di tutte le adesioni raccolte, si riorganizzò il 4 settembre del 2014 nacque la Federazione europea dei movimenti pro-life denominata appunto: “Uno di Noi, per la vita e la dignità dell’uomo”.

Oggi La Federazione decide di avviare una seconda fase, che non vuole essere una ripetizione della prima ma che vede l’impegno di giuristi, operatori sanitari, scienziati e politici a sostenere i seguente punti:

  1. L’embrione umano è uno di noi.
  2. La legge e la giurisprudenza devono essere concordi nel riconoscere la dignità umana alla vita embrionale.

3. La politica deve dispiegare tutte le forze necessarie in nome del bene comune e del principio di uguale dignità umana affinché gli ordinamenti riconoscano che l’embrione è uno di noi e che chiedano alle Istituzioni europee di dare seguito alla richiesta di 2 milioni di cittadini. È quindi possibile firmare la petizione sui siti www.oneofusappeal.eu e www.unodinoi.org, oppure vi si possono scaricare i moduli che, una volta completati e firmati, possono essere inviati alla segreteria italiana di Uno di noi presso il Movimento della vita italiano in Lungotevere dei Vallati 2, 00186 Roma. Ricordare al mondo e soprattutto a quanti sostengono l’aborto come un diritto civile, che l’embrione invece è una vita umana e come tale va rispettata, non è solo una cosa utile, ma soprattutto necessaria. La società in cui siamo immersi infatti è tesa a farci dimenticare questo piccolo dettaglio, confondendoci le idee anche attraverso piccoli escamotage mediatici, come l’uso dell’antilingua che consiste nel censurare o emarginare ogni aspetto, evento, ragionamento che ricordi l’umanità del concepito al fine di modificare la coscienza sociale e fare in modo che il concepito finisce di esistere come soggetto e diventa un oggetto non avente diritti né civili né naturali. Per queste ragioni il Movimento per la vita italiano chiede il sostegno di tutti coloro che in ogni Paese della Ue possano contribuire mediante le loro conoscenze a determinare sempre più chiaramente la dignità dell’uomo nella sua fase embrionale, aderendo alla petizione-testimonianza da presentare alle Istituzioni europee ai sensi dell’art. 227 del Trattato di Lisbona (TFUE).




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