2 Dicembre 2016

2 Dicembre 2016

Tu credi?

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

Il commento

Entrato in casa, i ciechi si avvicinarono a Gesù” (9,28). Lo avevano seguito lungo la via chiedendo con insistenza di essere guariti. Ma il miracolo avviene in una casa. Un dettaglio non secondario. Fa riferimento all’incontro personale e alla comunità ecclesiale, luogo in cui risuona la Parola che salva. Anche quando gli portano il sordomuto Gesù se ne va con lui in disparte (Mc 7, 31-37); prima di guarire la figlia di Giairo fa uscire tutti dalla stanza (Mt 9,25). Gesù non cerca gli applausi, nel silenzio e nell’intimità egli compie le opere più grandi. Solo quando entrano in casa Gesù si rivolge ai due ciechi e pone loro una domanda apparentemente scontata: “Credete che io possa fare questo?” (9,28). Certo, se lo hanno seguito, se sono entrati con Lui nella casa, vuol dire che ci credono. Eppure questa domanda non è inutile, anzi ci conduce all’essenziale. “Tu credi davvero che io sono con te e che posso fare della tua vita un miracolo?”. Gesù pone continuamente questa domanda: ogni volta che partecipiamo all’Eucaristia o quando dobbiamo compiere scelte significative. Il Signore non chiede altro che questo: la nostra fede. Non cerca la forza, l’intelligenza, la capacità tecnica, la tenacia … cerca solo la fede. Gli basta la fede. È questa la nostra unica forza! Quando si tratta di prendere un impegno, siamo bravi a trovare scuse per rimandare, ancora più bravi a dare la colpa agli altri. Gesù non ci chiede se siamo capaci, ci chiede soltanto se abbiamo fede e se siamo disposti a rischiare.

Come i due ciechi, anche noi a volte chiediamo a lungo e con insistenza. Gesù sembra non ascoltare la nostra supplica. In realtà egli attende … la fede. Rileggendo la sua vicenda personale e le sofferenze che ha dovuto sperimentare prima di entrare al Carmelo, Teresa di Lisieux commenta: Gesù “non fa miracoli [per i suoi amici] prima di avere messo a prova la loro fede” (Ms A, 67v). Donaci, Signore, di misurare ogni cosa con la fede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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