Genitori

“Prof, mia madre è morta troppo presto ma…”

di Elisabetta Cafaro

La perdita di un genitore in tenera età non è una situazione facile da arginare. Quando si tratta della mamma, il bambino perde il suo punto di riferimento. Come affrontare e aiutare un giovane che vive questo disagio? Esistono parole di speranza per chi viene privato di un bene tanto grande e percepisce il peso “dell’ingiustizia divina” su di sé?

“Prof..prof” un grido gioioso e affannato per la corsa  fa fermare il mio passo veloce, diretto verso la classe dove ho lezione. Michela  mi raggiunge nei corridoi della scuola. Spesso anche altre alunne mi raggiungono anche solo per salutarmi, ma questa volta Michela stringe tra le mani felice un foglio di computisteria piegato in quattro come a volerlo custodire da occhi indiscreti, si avvicina e mi dice: “Prof. ecco ho scritto questa lettera, per dare speranza a chi soffre!”. È la prima ora e sono ancora poco  immersa in questo piccolo grande mondo dove ogni giorno spendo le mie energie e cerco di dare il meglio di me. Guardo Michela un po’ smarrita, mentre le chiedo: “Cosa hai scritto?”. Lei si affretta  a dirmi, anzi quasi a “rimproverarmi”. È la lettera per dare  speranza e gioia a chi soffre per la perdita di un genitore. Michela è molto bella, alta con lunghi capelli castani e due occhi enormi da cerbiatta ed è talmente felice mentre mi lascia tra le mani la sua lettera che percepisco i battiti gioiosi del suo cuore. Non è facile insegnare religione perché significa avere tanti alunni e ricordare di tutti. Oggi è il 7 Dicembre domani la scuola è chiusa per la festa dell’Immacolata Concezione. L’Immacolata Concezione è una delle feste che più amo del calendario liturgico. Quale giorno più bello per affidare Michela e tutti coloro che soffrono per la perdita di un genitore alla Mamma Celeste dell’Immacolata Concezione? Un caso che sia capitato in questa ricorrenza? No, io non lo chiamo così…impariamo a guardare come affermava Santa Zelia Guérin Martin, la mamma di santa Teresa di Lisieux, il cielo e a riconoscere in esso i segni di Dio.

Elisabetta

Ciao,
sono Michela, ho 15 anni e oggi vi racconto la storia di Antonella. Tutto ha inizio il 5 settembre 2004 quando le fu diagnosticato un tumore al seno ed era al nono mese di gravidanza. Il bimbo nacque appena dieci giorni dopo e il parto aggravò il suo stato di salute. Per cinque anni ha lottato contro questa malattia con chemioterapie, ma questo fu inutile, perché la malattia era ormai padrona del suo corpo. Il 18 Dicembre 2009 Antonella era al limite delle sue forze. Dopo due giorni il suo cuore cessò di battere. Antonella era mia madre!
Tre anni dopo io e la mia famiglia avevamo bisogno di una figura femminile come punto di riferimento e mio padre conobbe Silvia. Decisero di intraprendere un nuovo percorso insieme. Nel 2014 si sposarono e da ormai quattro anni Silvia fa parte della nostra famiglia. Ogni giorno sento spesso i miei coetanei parlare della mancanza di un genitore, e soffrono molto come soffro io. Però la vita va avanti e so da sempre che la mia mamma è stata, e sarà sempre al mio fianco. Abbiamo avuto la grande fortuna di conoscere Silvia che ci ama come fossimo suoi figli. Spero che tutti i ragazzi ai quali è venuto a mancare un genitore, trovino una persona che li ami come mi ama Silvia, anche se nessuno potrà mai amarti come ti ama una madre!

Michela




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

28 risposte su ““Prof, mia madre è morta troppo presto ma…””

Sei stata molto coraggiosa a raccontare tutto questo, perché non è facile. Hai avuto fortuna ad aver incontrato Silvia che ha colmato il vuoto. Pensa positivo. Ciao

Beh la perdita di un genitore è abbastanza difficile da superare sopratutto quando si è piccoli. Noi non abbiamo mai provato questo dolore ma l’amore di una madre conta più di qualunque altra persona che ti è accanto. Quindi con questa tua nuova presenza,una nuova madre,spero che ti dia tutto l’amore che non hai potuto avere in questi anni di dolore.

La lettera è veramente molto commovente.. questa ragzza che ha passato un brutto periodo,anzi sta passando un brutto periodo,ha diciamo avuto il coraggio di scriverlo su una lettera. Molti ragazzi si trovano in queste situazioni,la mancanza di un genitore accanto,uccide dall’interno. Ma questo non significa non poter andare avanti. La vita forse ha deciso di farti un regalo,dandoti Silvia.. non potrà mai sostituire tua madre questo è vero.
Spero che con questa persona tu stai bene,meriti il meglio.

La morte di un genitore costituisce uno degli eventi più dolorosi che una persona possa affrontare. Questo vale soprattutto per gli adolescenti come te. Dopo questa esperienza è stato un bene trovare una persona che ti apprezzi e ti voglia bene quasi quanto te ne voleva tua madre. Nella vita bisogna sempre andare avanti anche dopo queste brutte situazioni..
Grazie di averci comunicato la tua esperienza.. Ti auguro il meglio..
Ciao!

Michela ha avuto la fortuna di trovare una ‘nuova’ mamma.
Perché c’è chi purtroppo, rimane senza una figura femminile o maschile su cui contare,perché forse non ci si riesce più a rapportare con un’altra persona avendone persa una molto importante per sè.
Nonostante tutto, la mamma è sempre vicino a lei e non l’abbandonerà mai.
Ovunque sia.
Ringrazio Michela per aver condiviso la sua esperienza,perché mi ha fatto
riflettere su l’importanza dei genitori.E che nonostante a volte ci siano delle incomprensioni, sono sempre le persone su cui contare SEMPRE.
Le più importanti della nostra vita.

Cara Michela,abbiamo appena finito di leggere la tua lettera in classe. Non so esattamente cosa si provi a vivere ciò,non ho mai avuto un’esperienza del genere,ma posso capire come ti sia sentita persa senza la sua figura nella tua vita. Questa lettera mi ha fatto riflettere molto,magari non me ne rendo conto ogni giorno,quando passo del tempo insieme a mia madre ma anche semplicemente quando abbiamo dei piccoli disguidi per sciocchezze. Non mi rendo conto del fatto che magari potrei perderla a causa di mali che arrivano all’improvviso e ci lasciano imponenti a guardare. Troppo spesso non ci rendiamo conto che la presenza delle persone a noi care non è assicurata per sempre nella nostra vita. Ti ringrazio per aver condiviso con noi ragazzi questa tua lettera. Sono sicura che d’ora in avanti,noi ragazzi presteremo più attenzione a queste piccole cose,e a non pensare semplicemente ai lati negativi.

Grazie per aver condiviso con noi un´esperienza del genere,tutt’ora diamo poca importanza ai nostri genitori,o meglio,non ci rendiami conto del grande valore che hanno nelle nostre vite e nel nostro futuro!
Immagino come devi sentirti senza una figura femminile come la mamma,importante come non mai…ma si forte e pensa che ti stará sempre accanto e non ti abbandonerá mai anche se fisicamente non é più presente!
Con questo concludo dicendoti grazie per l’ottimo esempio che dai a chi come te ha avuto una perdita familiare,di cercare l’amore in un’amicizia o nell’ affetto della famiglia

Ciao Michela! Una lettera molto commovente, sei molto forte e fai bene a trasmettere speranza a chi è più debole. Continua cosi a sorridere ed ad andare avanti!

Io ho aiutato Michela a scriverla e mentre mi raccontava la storia dal suo punto di vista ho sentito tutta la speranza e forza che voleva comunicare e ci è riuscita facendo anche emozionare chiunque la leggesse☺

Stamattina la professoressa Elisabetta Cafaro ci ha fatto leggere questo articolo… Penso che tu sia una ragazza molto coraggiosa e spero che con l’aiuto di Silvia riesci a colmare il tuo vuoto. Ciao

È un articolo bellissima ma è soprattutto una storia molto toccante. Sei una ragazza forte e coraggiosa e vivi la tua vita cosí come la stai vivendo che andrai incontro a bellissime cose.

Perdere un genitore significa perdere un pezzo di te, molti noi abbiamo litigi con i genitori e di solito si dicono cose che non si dovrebbero dire
Ce chi per un banale litigio li allonatana
Oramai litigare con i genitori per noi é cosa di tutti i giorni
Mandarli a quel paese cosi a volte anche senza um motivo valido a volte solo per rabbia
Noi abbiamo i genitori e vorremmo che a volte sparissero
E c’è chi darebbe tutto per avere al suo fianco anche per un secondo una persona che a lei è cara
Sei stata davvero corragiosa a condividere la tua storia con noi

Mi dispiace per quello che ti è successo, ma sono contenta che sei riuscita a parlarne e soprattutto a non pensare te stessa ,ma agli altri .credo che persone come te se sono capaci di riuscire a supere questa situazione hanno una grande forza d’animo ,e avendo la tua fortuna (trovando una persona che ti vuole bene),sono sicura che avrai tanto sostegno.Un saluto da Alessia della 1G/A scuola artistica di nocera.

Cara Michela non posso sicuramente immaginare il dolore della perdita di una figura così importante come una madre, la più importante della nostra vita. Mi spiace molto per questo decesso che avrà causato e che magari ancora oggi causa un enorme sofferenza… a te principalmente. Io ho la fortuna di avere ancora con me la mia adorata mamma. Spesso mi capita di pensare al dolore che proverei o cosa farei se dovessi perdere lei o mio padre per qualche ragione, non so se avrei il coraggio di andare avanti, ma so con certezza che non mi riprenderei facilmente. Quasbenetti i giorni io e lei litighiamo per questioni anche insensate, e se penso che un giorno non ci sarà più, mi sento in colpa pensando che magari non le abbia dato abbastanza affetto come farebbe una figlia. Io le voglio un gran bene, nonostante le avversità tra noi ovviamente. Voglio solo dirti di continuare ad andare avanti e non avvilirti, sarà difficile come immagini ma devi farcela, per te e specialmente per la tua cara mamma.

Michela io mi sono commossa. Sei sempre stata una ragazza forte, che va avanti e questo tuo dolore te lo tieni nascosto. Sei coraggiosa e sono felice che tu abbia trovato la felicità. Tua madre ti sarà sempre vicina specialmente negli attimi più oscuri e te ne accorgerai dalle piccole cose. Continua così, noi tue compagne resteremo sempre al tuo fianco con tanto amore!

Ciao Michela, sono una ragazza della tua stessa scuola, in una scorsa lettera che parlava appunto dei problemi dell’adolescenza risposi con l’anonimo raccontando la mia storia che è quasi identica alla tua,scrissi in anonimo perché avevo paura che le persone che mi conoscevano, leggendo il mio commento mi avrebbero giudicato, ma ti dico una cosa, oggi leggendo la tua lettera mi hai fatto capire molte cose , mi hai fatto capire che non dobbiamo mai aver paura di parlare con le altre persone di ciò che ci è capitato, ne tantomeno nascondere ciò che siamo con la stessa freddezza con cui nascondiamo sotto un velo qualcosa di pietoso.
Michela, le nostre storie come detto prima sono quasi identiche, anche io ho perso la mamma all’età di appena 3 anni, avevo una mamma malata come la tua, soffriva di una malattia che non ho mai saputo, una malattia che non gli permetteva di avere una vita facile ne tantomeno gli permetteva di avere dei figli. Quando si è sposata con mio Papà sapeva a cosa andava in contro, sapeva che non avrebbe mai avuto la famiglia che tanto desiderava, ma nonostante tutto si è sposata, e credimi quando l’ha fatto era felice, dai video che vedo spesso, si vede chiaramente il suo volto soddisfatto di ciò che era diventata, gli occhi lucidi, la felicità di una donna che stava per compiere il passo più grande della sua vita, era splendente nel suo vestito da sposa, quel vestito che si era creato lei con le sue mani, perché voleva che fosse unico, proprio come lei. Era una donna raggiante e felice nonostante la sua salute. Qualche anno dopo il matrimonio rimase incinta di due gemelli, era al settimo cielo, sapeva che questa gravidanza non avrebbe portato altro che conseguenze negative, ma lei decise di proseguire e portare avanti la gravidanza, durante i nove mesi la sua salute peggiorò, stava sempre più male, giorno dopo giorno, ma non ha mai mollato, prendeva medicinali per far si che le creature che portava in grembo avessero abbastanza energie e forze per crescere, quelle che lei non poteva dargli, con l’aggravarsi della sua salute anche a causa delle medicine, al solo settimo mese di gravidanza si senti male, rischiava di perdere i bambini e rischiava di morire anche lei, cosi pur di salvare i suoi figli partorì al settimo mese con un cesareo. I giorni seguenti al parto furono bruttissimi, il maschietto era in ottima salute nonostante fosse prematuro, ma la femminuccia, io, rischiava di non farcela, a solo 30 ore dal parto ebbi un arresto, ero in fin di vita, quasi morta sul lettino dell’ospedale, durante la stessa giornata e nei giorni successivi ebbi altri attacchi, quando a solo 1 settimana di vita fui salvata dal defibrillatore per ben tre volte, fui incubbata, attaccata al respiratore, imbottita di medicinali e chiusa in sala rianimazione per ben tre mesi, lontana dalla mia famiglia. Questa mia situazione segnò molto la salute di mia madre, e ancora tutt’oggi me ne do una colpa. A maggio del 2003 mia madre se ne andò, lasciano un marito e due gemellini, ora ho 16 anni,e non mi capacito ancora della sua morte, spesso trovo ingiusto che sia capitato a me, ma allo stesso tempo non vorrei mai che qualcuno provasse ciò che provo io.
Oggi in lacrime mentre ti scrivo questa lettera penso che noi che abbiamo subito questo dolore, siamo un po più speciali degli altri, noi abbiamo avuto due mamme meravigliose, che hanno dato la vita per i loro figli, e che ora vegliano su di noi e ci proteggono da lassù. È vero è dura, non lo nascondo, ma devi sapere che, anche se non leggerai la mia lettera, siamo fortunate ad avere alte due donne che si prendono cura di noi, e che ci vogliono bene come se fossimo figli suoi, perché si anche mio padre ora è felice con la sua nuova compagna, Lucia, non si sono sposati e non hanno avuto figli,(e ti confesso una cosa ne sono felice, perché credo che Papà non abbia mai smesso di amare la mamma, anche per questo penso non si sia mai più risposato), ma insieme sono felici!
Bhe Michela, starei ore ed ore a scriverti la mia storia, ma il succo di questo discorso è che volevo che tu sapessi che sono orgogliosa di te perché hai trovato il coraggio di raccontare la tua storia, coraggio che io ancora oggi non trovo! Cammina sempre a testa alta e si fiera della ragazza che sei! Le persone che giudicano, come mi ripete sempre mia zia, lasciale parlare perché un giorno anche loro saranno giudicate per ciò che fanno!!
Ciao Michela, ti mando un grosso bacio, spero che leggerai la mia lettera e spero tanto che un giorno possiamo parlare da vicino per consolarci l’una con l’altra, e per conoscerci meglio!

IL CORAGGIO DI RICOMINCIARE

Il rapporto madre-figlio è qualcosa di inspiegabile, unico ed irripetibile. Trovare parole che siano in grado di esprimere l’affetto alla base di tale legame è difficilissimo, se non impossibile. È come se un sottilissimo filo rosso legasse queste due figure eternamente, anche quando una delle due viene a mancare… Troppo presto. È questo il caso di Antonella e Michela: due donne, madre e figlia, unite e piene d’affetto l’una per l’altra. Purtroppo, Antonella ha lasciato Michela davvero troppo presto, quando la figlia aveva circa 8 anni. Non ha lasciato solo lei: ha lasciato anche un altro bimbo, ancor più piccino, di appena 5 anni, senza più una madre. Un cancro al seno se l’è portata via, lentamente, nonostante le lotte, le cure e le chemioterapie, il 20 Dicembre del 2009. Ma quel filo rosso, quel legame eterno, non è svanito e non svanirà mai, soprattutto per Michela, oggi quindicenne e matura abbastanza da poter finalmente liberare il proprio cuore dal macigno di questa perdita ed esprimere in poche righe tutto l’affetto che la lega ancora sua madre ed alla nuova donna che suo padre ha accanto: Silvia. Quella figura femminile di riferimento, quella donna presente per marito e figli, quella persona in grado di gestire ed amare una famiglia intera è finalmente tornata; non lo ha fatto per sostituire totalmente la figura precedente, ma piuttosto per darle nuovamente valore, per dare una forza ed un sostegno nuovi a tre persone che ormai non avevano bisogno d’altro che di questo. La forte e coraggiosa Michela ora sa che la vita va avanti, ha trovato una nuova spinta vitale, perché sa che l’amore di Silvia la sostiene sempre e che, dall’alto, la madre la osserva e la segue, sentendola sempre e comunque al suo fianco. Perdere un genitore, soprattutto in tenera età, non è facile; occorre affrontare un lungo processo di accettazione e superamento del trauma iniziale, causato da un vuoto improvviso ed in grado di ferire in profondità. Proprio perché Michela ha superato questo momento buio, si augura che tutti coloro che soffrono ancora per il suo stesso motivo non solo trovino una figura come quella di Silvia, tanto leggera da poter prendere posto in famiglia senza invadenza e senza far dimenticare la madre vera e propria, ma allo stesso tempo tanto forte da poter sostenere il difficilissimo ruolo di “madre”, in sostituzione di una persona che aveva già questo ruolo in precedenza, ma che ricordino sempre che nessuno al mondo ama come fa una madre coi propri figli. Esperienze come questa fanno riflettere: chi ha ancora la fortuna di avere accanto i propri genitori, deve viverli al massimo, mettendo da parte disguidi o contrasti e dando valore ai loro piccoli e grandi gesti d’amore di tutti i giorni.

Domenico Cappuccio.

Mi sono per un attimo venuti i brividi, ed è per questo che non sarò qui a buttare quattro parole al vento..ma sarò qui per far sapere a Michela quanto sia stata forte e coraggiosa nello scrivere questa lettera. Non tutti ne sarebbero stati capaci..Non tutti avrebbero avuto la sua stessa forza..perché ci sono persone che solo a pensarci, preferiscono chiudersi e “parlarne” con se stessi..ma spero davvero che le parole di Michela possano essere segno di forza, coraggio e sorriso, per tutte le persone che si trovano a soffrire davanti alla perdita di chi si ama.
Davvero non ho parole per esprimere quanta forza ho percepito tra quelle righe..E il sorriso che è nato sul mio viso quando ho letto le ultime righe..impagabile. Un sorriso nato perché mentre leggevo, immaginavo lei scrivere..E penso abbia sorriso, mentre parlava di Silvia e contemporaneamente ricordava la madre..perché, che serva da esempio per chiunque stia soffrendo, è stato un modo per ricordare la persona che tanto si è amata, ma ricordando anche che la vita continua, vivendola anche un po’ per chi è andato via, ma che continuerà a starci, incondizionatamente, accanto.
Davvero brava Michela, sei forte.
Un abbraccio!

Quale luce più bella accendere, se non la speranza.
Abbiamo letto la tua storia Michela in classe e ci ha fatto commuovere e pensare. Non penso sia giusto darti coraggio o conforto perché sei tu che lo dai agli altri. Ti auguro di vivere una vita felice e serena. Continua così…

Goodmorning,io penso che questo articolo sia stato utile leggerlo perche mi ha fatto comprendere il vero significato della vita.Un ringraziamento anche alla prof.Elisabetta Cafaro per aver preso in esame questo argomento davvero utile e fondamentale , ci fa capire l’importanza di avere una mamma e un papá

Michela,oggi in classe ho letto la tua lettera,mi sono venuti i brividi; non Posso capire esattamente come hai provato,ma posso immaginarlo perché Una madre è la figura più importante nella vita di un figlio.
Troppo spesso non ci rendiamo conto di come “Lei” sia importante per noi,magari a volte discutiamo,litighiamo,ma non ci rendiamo conto di quanto sia indispensabile fino a quando per qualche Assurdo motivo lei non sia più qui con noi,la madre è il cuore di una casa senza di lei non c’è più battito,tutto sempre inutile,ma tu devi essere forte,Perché lei è con te!

Cara Michela, é normale che ti manchi.Hai visto soffrire tua madre in un modo indescrivibile, l’hai vista lottare, l’hai vista sperare e ora che non c’è più ti sembra tutto inutile. Tua madre ti ha dimostrato però come si vive, come si combatte, quanto questa vita sia preziosa e guardando la sua famiglia avrá pensato che ogni giorno vissuto con voi meritava di essere vissuto a pieno senza pensare alla morte…ti ha dimostrato cosa vuol dire essere davvero VIVA. Sei stata molto fortunata a incontrare Silvia che ti ha amato come una vera madre e questa è una dimostrazione che Dio non abbandona mai nessuno ma ci mette sempre degli Angeli a vegliare su di noi.

Precedentemente abbiamo letto la lettera scritta da Papa Francesco per augurare un Sereno Natale ai cristiani. Papa Francesco chiede a ognuno di noi di portare gioia agli altri, sia se ci troviamo a vivere un momento difficile che uno felice. Tu, Michela, sei riuscita a diffondere gioia anche nella tua sofferenza…mantieni sempre il tuo sorriso, così come stai già facendo.

Dopo aver letto la testimonianza, abbiamo capito quanto siamo fortunate ad avere entrambi i genitori, siamo contente che Michela e la sua famiglia abbiano trovato una persona che li ama e che può colmare il vuoto lasciato dalla madre

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.