Crisi economica

Crisi economica in Italia, ancora non è finita…

(Foto: © enrico spanu - Fotolia.com)

di Ida Giangrande

Il 5,4% delle famiglie italiane sono in ritardo con il pagamento del mutuo o dell'affitto. Il dato, evidenzia il Codacons, dimostra che la crisi non è affatto terminata nel nostro paese.

“Più volte nell’ultimo anno abbiamo lanciato l’allarme circa la crescita di cittadini in difficoltà non solo nel pagamento di mutui e affitti, ma anche sul fronte di bollette e rate”, commenta così il presidente del Codacons Carlo Rienzi, gli ultimi dati Istat riguardo alla condizione di molte famiglie. Oggi, prosegue Rienzi: “L’Istat certifica le nostre denunce, con numeri che dimostrano in modo inequivocabile come la crisi economica non sia affatto finita, e continui a far sentire in modo pesante i suoi effetti, particolarmente nel corso del 2015, anno che ha registrato il record negativo e degli ultimi 5 anni anche sul fronte povertà ed esclusione sociale”. Nello specifico una recente indagine dell’Istat sulla situazione delle famiglie in Italia evidenzia che nell’anno 2015 sono 17 milioni e mezzo le persone sulla soglia della miseria. Si tratta di una quota, scrive l’Istituto: “Sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%)”. Il risultato è la sintesi di: “Un aumento degli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%) e del calo di quelli che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (dal 12,1% a 11,7%)”. Resta invariata la stima di chi vive in famiglie gravemente deprivate (11,5%)”.  Numeri che vedono gli obiettivi prefissati dalla strategia europea 2020 ancora lontani. Entro il 2020, infatti, l’Italia dovrebbe ridurre gli individui a rischio sotto la soglia dei 12 milioni 882 mila. Quasi 1 su 2 ovvero quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno risulta a rischio povertà. Al centro invece la soglia si ferma al 24%. Al nord al 17,4%.  “I livelli sono superiori alla media nazionale in tutte le regioni del Mezzogiorno, con valori più elevati in Sicilia (55,4%), Puglia (47,8%) e Campania (46,1%). È proprio riguardo al nostro paese Giovanni D’Agata, presidente dello ‘Sportello dei Diritti’, si fa portavoce del grande disagio sociale che colpisce intere famiglie con numeri elevati di figli o anziani che devono far conto solo sulla loro esigua pensione.   Infatti, l’Italia è tra i paesi europei che, tra il 2008 e il 2015, hanno registrato i maggiori aumenti del rischio di povertà ed esclusione sociale.




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