25 Dicembre 2016

25 Dicembre 2016

Il mistero nascosto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Il commento

Si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia” (2, 6-7). L’evangelista introduce il racconto della nascita in una solenne cornice storica (2, 1-3) che spiega la ragione del viaggio che conduce questa giovane coppia dalle verdi colline della Galilea alle montagne della Giudea. Ma quando si tratta di narrare il parto, il punto più luminoso di tutta la storia umana, le parole sembrano morire in gola. La vena poetica e narrativa si spegne all’improvviso, il racconto diviene fin troppo scarno, poche parole per descrivere l’evento che cambia la storia. Eppure, è proprio questa essenzialità che affascina. L’evangelista vuole circondare il Fatto con un giustificato pudore come se volesse evitare ogni inutile curiosità. La nascita viene presentata come un venire alla luce. In questo caso è proprio il Bambino appena nato che porta la luce, anzi è Lui stesso la Luce. Eppure il Mistero non si dissolve come per incanto, anzi tutto sembra rimanere nascosto e solo pochi pastori vengono raggiunti dalla luce.

È Giuseppe il protagonista del viaggio, è lui che prende l’iniziativa e porta con sé la sua sposa. Ma quando arriva a Betlemme, lo sposo scompare ed appare in primo piano Maria. Da questo momento è Lei a indossare la veste del protagonista. I vangeli apocrifi raccontano che Giuseppe si è allontanato per cercare una levatrice. Luca invece non si preoccupa di spiegare, a lui interessa presentare il parto come un evento che riguarda esclusivamente Maria. Giuseppe apparirà solo più tardi, e sempre insieme a Maria (2, 16). Il momento in cui il Verbo di Dio viene alla luce è avvolto nel più assoluto nascondimento, solo gli angeli possono contemplare e gioire per questo evento che annulla ogni distanza cielo e terra. Maria è l’unica creatura che può testimoniare, lei sola vive il mistero e lei sola può introdurci nel mistero. Ci prepariamo alla liturgia della notte fissando lo sguardo su Gesù, lo facciamo con una preghiera.

Signore Gesù Cristo, 
Tu che sei il volto umano di Dio
donaci di essere,
in Te,
riflesso dell’unica Luce.

Tu che sei via
donaci di trovare in Te ogni gioia
e di camminare con te
verso la pienezza.

Tu che sei la verità
nascosta  in un frammento
della creazione
donaci di riconoscerti
negli umili segni della storia.

Tu che sei la vita
che sorpassa ogni desiderio
fa’ che nessuna cosa umana
possa estinguere
quel desiderio di infinito
che dimora in noi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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