29 Dicembre 2016

29 Dicembre 2016

Aperti al futuro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-35)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Il commento

L’episodio del Tempio è inserito in una cornice teologica che richiama l’AT: e difatti si apre ricordando che Maria e Giuseppe si recano a Gerusalemme in obbedienza alla Legge di Mosè (2, 22-23); e si conclude con l’affermazione: “Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore…” (2, 39). Il fatto sembra inserito nel contesto dell’antica alleanza, in apparenza è solo una conferma di quella fede che Israele custodisce gelosamente. Ma lo Spirito santo irrompe con delicatezza e potenza e rivela scenari che profumano di futuro. È Simeone che rende visibile questa presenza. Anche Lui fa parte dell’AT, l’evangelista lo presenta come “un uomo giusto e pio” (2,25), immagine di quel popolo santo che cammina fedelmente nelle vie di Dio. Un uomo ben radicato nella storia ma anche aperto al futuro che Dio ha promesso, egli infatti “aspettava la consolazione d’Israele” (2, 25). È un uomo che ha vissuto molti anni ma ha conservato un cuore di bambino che non smette di cercare e si lascia stupire dagli eventi. Il passato non è per lui un laccio che gli impedisce di andare oltre ma un gradino che gli permette di salire più in alto. Egli è fedele alla Legge antica ma si lascia condurre e istruire dallo Spirito che ha scritto nel suo cuore una promessa (2,26) ed ora, proprio quando la vita volge al termine, si rivela come il Dio fedele e lo invia nel Tempio con la certezza che avrebbe incontrato il Messia (2,27). Sospinto dal Spirito Simeone riconosce nel bambino, che Maria stringe tra le sua braccia, l’Inviato di Dio e rende lode a Dio per aver ricevuto la grazia di vedere la salvezza. In una storia che cammina ancora nei solchi del passato egli intravede i germi del futuro.

Oggi invochiamo lo Spirito santo e chiediamo la grazia di custodire la giovinezza del cuore cioè la speranza. Lo Spirito ci insegna a guardare oltre, dona il coraggio di ricominciare anche quando le condizioni sembrano avverse e ogni strada appare chiusa. “Nulla è impossibile a Dio”, ripete Maria. E san Paolo: “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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