10 Gennaio 2017

10 Gennaio 2017

Da soli, non possiamo vincere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,21-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Il commento

E Gesù gli ordinò severamente: Taci! Esci da lui!” (1,25). La scena avviene nella sinagoga, in giorno di sabato, quando la comunità si riunisce per lodare Colui che ha fatto ogni cosa con sapienza e amore. L’uomo abbandona le sue occupazioni quotidiane ed entra nello spazio di Dio per lasciarsi illuminare da quella Parola che sfida i secoli. Eppure il male s’intrufola anche in quel sacro recinto e prende possesso della creatura più cara: l’uomo che Dio ha fatto a sua immagine (1,24). Nessuno si accorge del male. È la parola di Gesù che costringe il maligno a uscire allo scoperto. È un’immagine drammatica: il male si nasconde, prende casa nel cuore dell’uomo, si mescola ai buoni sentimenti, deforma i valori etici, alimenta divisioni nella famiglia, nella società e perfino nella comunità ecclesiale. Fa più danni perché agisce di nascosto. Noi vediamo le opere ma non sappiamo più riconoscere le radici. E sempre più spesso non sappiamo nemmeno riconoscere il male perché si camuffa con abilità, fino a vestirsi come un angelo di luce (2Cor 11,14).

Il racconto evangelico contraddice apertamente quel superficiale ottimismo antropologico che trova numerosi discepoli anche nella Chiesa. È vero, Dio ha creato l’uomo a sua immagine e ha deposto nel suo cuore desideri di bene. Ma è vero anche che il peccato, che accompagna tutta la storia, è come una catena che impedisce all’uomo di pensare e agire nella verità. Gesù è venuto per liberare l’uomo dal male e restituirlo a Dio. Il primo passo per vincere il male è riconoscere di non poterlo vincere! Sì, non siamo capaci di combattere contro un nemico così astuto. Affrontare da soli questa battaglia, cioè con le nostre forze, significa perdere in partenza. La sconfitta è assicurata. La prima forma di carità che la Chiesa deve mettere in atto, la prima e più opera, è quella di guarire il cuore dell’uomo. È la necessaria premessa per realizzare tutte le altre cose. Oggi chiediamo che questa verità torni ad avere il suo posto nella vita e nella missione della Chiesa. E chiediamo anche la grazia di riconoscere e combattere con determinazione il male che ha trovato spazio nella nostra vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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