22 Gennaio 2017

22 Gennaio 2017

Solo l’inerme parola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-23)
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Il commento

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare” (4,12-13). Questa Parola ci riporta alle origini. L’arresto di Giovanni è come il segnale, nel momento in cui la voce viene soffocata, entra sulla scena la Parola. Tutto questo avviene in una regione piccola e disprezzata, quella che il profeta chiama Galilea delle genti (4,15), posta a confine tra il mondo ebraico e quello pagano. Comincia qui un’avventura che abbraccia i secoli! Vi è anche uno spostamento geografico: da Nazareth a Cafarnao, dal piccolo borgo situato tra le colline alla cittadina posta del lago. È un passaggio significativo ed eloquente, indica che Gesù vuole parlare a tutti, per questo sceglie come residenza una città commerciale che è anche sede di un distaccamento romano.

Signore Gesù, contemplo gli umili inizi del tuo ministero, provo ad immaginare la fatica di rivelare il mistero che ardeva nel tuo cuore: come manifestare la luce e come scuotere coscienze assopite? E come annunciare che era proprio quello il tempo in cui si compivano le antiche promesse? Avevi la certezza di essere l’inviato di Dio Padre e sapevi di poter contare sulla potenza dello Spirito. Ma Tu, Dio fatto uomo, uomo come noi, non avevi che l’inerme Parola e con essa hai cominciato a tracciare solchi di speranza e di vita. “Convertitevi” (4,17), hai detto con la voce forte degli antichi profeti, hai fatto capire che il primo passo è quello di guardarsi dentro, pronti a rivedere scelte e abitudini. Quella mite parola scuote e irrompe nel nostro quiete vivere, chiede di cambiare radicalmente stile di vita. Lascio risuonare questa parola, rimango in silenzio. Signore, non ti presenti con le lusinghe, non cerchi di accattivare con parole suadenti un gruppo di amici, non hai paura di dire fin dall’inizio la verità. Insegnaci a non ammorbidire questa parola con interpretazioni scontate e accomodanti e donaci di rispondere con prontezza per continuare lungo i secoli e in ogni angolo della terra l’opera che Tu hai iniziato nella Galilea delle genti.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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