24 Gennaio 2017

24 Gennaio 2017

La vera amicizia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,31-35)
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Il commento

Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo” (3,31). Alcuni esegeti ritengono che questa scena sia la continuazione di quella precedente (3, 20-21). Se così fosse, le intenzioni iniziali si sono stemperate lungo il cammino. Quando arriva, il gruppo chiede semplicemente di poter parlare con Lui. Diversamente da Matteo, Marco non dice che Gesù è impegnato ad annunciare la Parola (Mt 12,46) e non accenna neppure alla folla numerosa che impedisce ai parenti di avvicinarsi (Lc 8,19). In questo contesto, le parole di Gesù sono ancora più sorprendenti: “chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (3,35). Gesù non rinnega la Madre né il rispetto che un figlio deve a colei che lo ha generato. Le sue parole sono piuttosto un annuncio e una provocazione, in esse noi troviamo una breve ma incisiva catechesi sulla comunità ecclesiale che qui appare non come un’organizzazione né come un’anonima aggregazione di individui ma come vera famiglia i cui membri sono uniti da un affetto sincero che cresce nel comune desiderio di fare la volontà di Dio. La Chiesa è una famiglia che nasce dall’alto, da Dio da cui proviene ogni paternità (Ef 3,15); cresce attorno all’unico Maestro (Mt 23,10) e si lascia continuamente vivificare dallo Spirito di amore (Rm 5,5). Il contesto in cui l’evangelista pone le parole di Gesù – i familiari che restano fuori e la folla dei discepoli che il Rabbi presenta come suoi familiare – potrebbe far pensare ad un’opposizione tra i legami di sangue e i vincoli della fede. In realtà, il Vangelo annuncia che la fede è il punto di partenza e deve restare il metro di misura decisivo. Essa ha dunque un’oggettiva prevalenza su tutti gli altri fattori: l’appartenenza etnica o sociale, le emozioni, l’affinità e la simpatia … I vincoli della fede vengono prima e sono in qualche modo il modello di tutti gli altri legami.

Padre santo, oggi ti chiediamo la grazia di imparare a costruire nella Chiesa esperienza di vera amicizia, segno di quella comunione che nasce da Te e trova in Te il suo compimento.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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