Violenza nelle scuole

Ripensiamo al ruolo della famiglia prima che alla violenza degli adolescenti

adolescenza disagio

di Ida Giangrande

Dopo l’omicidio – suicidio di un ragazzo di 15 anni avvenuto all’interno dell’istituto scolastico, il Vescovo di Zacatecas in Messico si è espresso sull’operazione ‘Zaino sicuro’ nelle scuole: “Si dovrebbe mettere in atto piuttosto l'operazione ‘Famiglia sicura’”. Tale problema attraversa il globo da parte a parte e contiene in sé un messaggio importante.

Monterrey, Messico –  un ragazzo di appena 15 anni entra in classe, estrae un’arma dallo zaino e comincia a fare fuoco contro i compagni. Dopo aver ferito gravemente la professoressa e altri studenti, punta la pistola contro se stesso e spara. È successo pochi giorni fa e l’adolescente secondo quanto si apprende dalle ultime notizie pare soffrisse di disturbi psichici. La risposta del governo messicano a questa violenza inaudita si chiama operazione “Zaino sicuro” e consisterebbe in una perquisizione degli zaini di ogni studente al loro arrivo in classe. L’operazione è stata molto discussa, perché non sempre è possibile realizzarla e richiede l’approvazione dei genitori, in più c’è differenza di trattamento fra scuole pubbliche e private. Interessante però è stato il commento del Vescovo di Zacatecas, Mons. Sifgifredo Noriega Barceló durante la celebrazione eucaristica di domenica scorsa che ha detto: “La campagna ‘zaino sicuro’ aiuta ma non risolve il problema della violenza – ho sottolineato il porporato – si dovrebbe mettere in atto l’operazione ‘Famiglia sicura’”. Non è di certo questo il primo episodio di violenza nelle scuole, in alcune parti del mondo le armi circolano in classe come i telefonini o le gomme da masticare. Succede anche a Marsiglia in Francia dove nello scorso anno si sono registrati vari episodi di violenza che hanno portato alla morte di un adolescente e al grave ferimento di un altro. Armi bianche ma anche automatiche, nascoste nello zaino, ma anche nei jeans; sembra essere forse l’ultima moda tra gli adolescenti. La procura di Salerno in Campania ha aperto un’inchiesta sulla morte di una 13enne che lo scorso 14 gennaio si è tolta la vita. Da qualche tempo, secondo quanto riportato agli investigatori da diverse persone, la ragazzina era oggetto di scherno a scuola per il colore della sua pelle, perché di origini brasiliane. Il problema dunque attraversa il globo da parte a parte, è potrebbe essere un indicatore importante per aiutarci a capire da dove nasce il desiderio di fare violenza nei nostri figli. È per questo che aumentare i controlli può essere un deterrente ma non sarà di certo la soluzione. “Ci riempie di tristezza – dice ancora mons. Barcelò –  ciò che è accaduto a Monterrey, ma può capitare anche altrove, e ci fa riflettere su quello che si vive nelle scuole, nelle famiglie e nella società; dobbiamo pensare a come stiamo educando le nuove generazioni”.




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1 risposta su “Ripensiamo al ruolo della famiglia prima che alla violenza degli adolescenti”

Dobbiamo pensare a come stiamo educando le nuove generazioni, ma se non c’è un’azione sinergica di tutte le agenzie educative che converga nella stessa direzione ,se i ragazzi continueranno ad essere “bombardati” da stimoli e modelli sociali controversi e destabilizzanti ,la famiglia ,sebbene sia la principale agenzia educativa,potrà agire con una considerevole riserva. Il processo formativo di un individuo è complesso e per sua natura implica l’intervento di una molteplicità di fattori …

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