26 Gennaio 2017

26 Gennaio 2017

Un mosaico di volti

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Il commento

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (10,1). Tutti gli evangelisti parlano della missione dei Dodici ma solo Luca aggiunge anche l’annuncio dei Settantadue. È l’unico che ne parla perché lui ha sperimentato in primo persona la forza missionaria della primitiva comunità. Luca non ha fatto parte della schiera dei primi discepoli, ha conosciuto Gesù attraverso le parole di Paolo. Non gli bastava essere discepolo, ha scelto di partecipare all’avventura missionaria ed è stato chiamato a raccontare alcuni frammenti di quella straordinaria esperienza. Egli dunque conosceva tutta l’importanza dell’annuncio ricevuto e donato. La memoria liturgica odierna ci riporta a quei primi tempi, all’impegno missionario di Paolo, e a quello di Timoteo e Tito, discepoli e fedeli collaboratori dell’apostolo delle genti. È solo un dettaglio di quel grande mosaico di evangelizzazione che la Chiesa ha saputo costruire nei primi secoli, un mosaico fatto di volti, storie, di uomini e donne che hanno messo tutta la vita al servizio del Vangelo, spesso pagando di persona. Tutto questo ha permesso in poco tempo e con pochi mezzi, di portare il Vangelo in tutto il Mediterraneo. Un impegno straordinario che poteva nascere solo dallo Spirito Santo ma che si è realizzato solo grazie alla piena collaborazione dell’uomo. Timoteo e Tito fanno parte di questa schiera di discepoli, essi sono l’icona efficace della Chiesa della prima generazione tutta protesa a portare l’annuncio.

Dobbiamo tornare a quegli umili inizi e gustare la forza di quell’esperienza di fede, perché il mondo oggi ha bisogno di Vangelo, cioè di quella Parola che è “potenza di Dio” (Rm 1,16) e perciò capace di cambiare il cuore dell’uomo. Non basta ripetere le stesse parole, dobbiamo accogliere e vivere la Parola. E poi annunciarla con tutta la passione, dono dello Spirito santo, che permette al Vangelo ancora oggi di fecondare i terreni aridi di quest’umanità assetata di speranza e bisognosa di luce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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