5 Febbraio 2017

5 Febbraio 2017

Rallegrare la vita

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Il commento

Voi siete il sale della terra; […] voi siete la luce del mondo” (5,13-14). Sale e luce hanno valore in quanto sono al servizio. Il sale è posto negli alimenti per dare sapore; la luce è necessaria per dare un volto e un nome a persone e cose. Con queste immagini semplici, tratte dalla vita quotidiana, Gesù insegna ai discepoli a fare della loro vita un servizio permanente. Essere sale significa insaporire la vita dell’umanità, testimoniare l’infinita dignità di ogni persona, anche quella che non appare rivestita di grandi qualità; significa anche aiutare gli altri a scoprire il valore della vita, anche quella che, ai nostri occhi, si presenta insipida, vuota o addirittura inutile. Essere luce, una luce posta sul candelabro e perciò ben visibile da tutti (5,15), significa testimoniare che Gesù è la Parola che tutto rischiara e dona di guardare ogni cosa in modo nuovo.

Essere sale e luce insomma vuol dire rallegrare la vita degli uomini. Il discepolo di Gesù non vive ripiegato su se stesso, come chi è preoccupato solo di dare una risposta alle sue necessità e mendica continuamente consolazione e affetto dagli altri. Gesù ci chiede di stare in mezzo ad un’umanità ferita e umiliata per dare sapore e luce alla vita degli altri. Il cristiano porta nel mondo la gioia di vivere, non si preoccupa tanto di essere felice ma cerca in tutti i modi di rendere felici gli altri. Non vive pensando a sé ma cercando il bene dell’altro. In fondo, è questa la radice ultima della carità. “Tutti cercano la felicità scrive Blaise Pascal, anche quelli che s’impiccano”. Tutti cercano anzitutto la propriafelicità. È questa la via più comune. Alcuni, quelli che possiamo qualificare come i più bravi, cercano di intrecciare la propria gioia con quella della altri. Ve sono altri, i più coraggiosi, che trovano la propria gioia nel dare gioia agli altri. E infine, vi è un’altra categoria, molto più esigua numericamente: sono coloro che sono pronti a portare sulle spalle la croce pur di dare agli altri la gioia. Questi ultimi sono i santi. Contemplando la testimonianza di Gesù, oggi chiediamo la grazia di guardare oltre il recinto del nostro io.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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