8 Febbraio 2017

8 Febbraio 2017

La genesi del male

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,14-23)
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo.

Il commento

Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro” (7,14). Puro e impuro nel mondo giudaico non avevano un significato morale ma rituale. La purezza di cui si parla non fa riferimento ad una vita virtuosa, non richiama l’onestà o l’innocenza. Vi erano comportamenti che rendevano impuri, al di là delle intenzioni. Il parto, ad esempio, rendeva impura una donna. Il contatto con un cadavere era una fonte di contaminazione. La lista delle cose da evitare è piuttosto lunga. Con tutta la forza della sua autorità Gesù dichiara che queste norme sono decadute e apre un orizzonte radicalmente diverso: “Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro” (7,14). Gesù libera l’uomo dalla paura di ciò che lo circonda, persone e cose, e lo invita a guardarsi dentro, a verificare quell’impurità che si annida nel suo cuore e che genera ogni sorta di male (7,21).

L’insegnamento evangelico ricorda che il cuore dell’uomo è malato, non è il giardino in cui Dio può amabilmente passeggiare ma una selva intricata di pensieri e di sentimenti. La parola di Gesù riecheggia quella dei profeti: “Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere?” (Ger 17,9). È bene dirlo ad alta voce, senza nasconderci dietro le foglie di fico: l’uomo non è puro! Una cosa è riconoscerlo e lottare contro il male che si agita dentro di noi, altra cosa è permettergli di passeggiare tranquillamente dentro di noi e così inquinare pensieri e affetti. Non siamo puri ma possiamo essere purificati. È Dio che ci purifica se allontaniamo gli idoli e poniamo in Lui ogni speranza. Quanto più siamo a contatto con Lui, il solo Santo, tanto più veniamo liberati dal male e rivestiti di grazia. Oggi vi invito a pregare con le parole di Teresa di Lisieux: “Viver d’Amore è custodire in sé /  un gran tesoro in un vaso fragile. /  Mio Amato, estrema è la debolezza mia / e son ben altro che un angelo celeste! /  Ma se ogni momento cado e ricado, /  tu mi vieni in soccorso e mi rialzi. /  Ad ogni istante mi doni la tua grazia” (Vivere d’amore, P 17, 7).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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