22 Febbraio 2017

22 Febbraio 2017

Una voce che attraversa i secoli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Il commento

Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!” (16,16). Pietro ha saputo intuire con lo slancio della fede il mistero che avvolge Gesù. Questa “folgorazione” improvvisa non nasce dalla somma delle sue conoscenze perché non gli è stato rivelato “dalla carne e dal sangue” ma dal Padre celeste (16,17). Nelle parole di Pietro sentiamo l’eco di una voce che attraversa i secoli, una promessa che passava da una generazione all’altra senza mai trovare risposta. In quelle parole vi era tutta la trepidazione di un popolo credente, vi era la fatica e la sofferenza di quanti avevano creduto senza vedere. Pietro fu il primo a percepire il mistero, quelle parole stupivano anche lui, le aveva pronunciate senza capire, in quel momento era come sospeso tra cielo e terra, sospinto da una forza imprevedibile, quasi costretto da Qualcuno che aveva invaso lo spazio interiore lasciato dall’amore. Gli altri discepoli lo guardarono con stupore, ascoltarono quelle parole come chi si trova improvvisamente ai piedi di una montagna maestosa e affascinante di cui viene svelata la cima inaccessibile. Inizialmente si sentirono liberati, la domanda di Gesù era una provocazione troppo grande per loro. Ma, più tardi, mentre facevano fatica ad addormentarsi, con il cuore gonfio di emozioni, ripensavano a quelle parole che Simone aveva avuto il coraggio di dire: se veramente era così, se era proprio lui il Messia, come si poteva stare con Lui senza sentire la presenza di Dio e senza accettare di essere stati coinvolti in una storia nuova e straordinaria? Quel giorno la luce esplose d’improvviso ma senza togliere a nessuno la libertà di aderire.

Pietro non era il più intelligente del gruppo apostolico e neppure il più furbo. È Dio che lo ha scelto e gli consegnato una Parola che egli ha il dovere di proclamare a tutti perché diventi una luce che tutto rischiara. Una fede che sfida e sferza ogni fragile razionalità ed porta ovunque il profumo di Dio. è questo il compito del Papa. Oggi preghiamo per lui.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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