27 Febbraio 2017

27 Febbraio 2017

L’unico Bene

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,17-27)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Il commento

Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!” (10,21). Un tale raggiunge Gesù e si getta ai suoi piedi e dichiara di essere pronto a fare tutto quel che serve per avere la vita eterna (10,17). Il Nazareno dapprima suggerisce una fedeltà più rigorosa ai comandamenti e subito dopo, dinanzi alla reiterata disponibilità del giovane, gli propone di lasciare tutto per entrare nella cerchia ristretta di coloro che condividono la sua missione. L’invito a vendere tutto non va interpretato solo in forma simbolica, come appare chiaramente nel contesto e nelle parole che seguono (10, 23-27). Gesù invita tutti a non considerare le ricchezze materiali come una benedizione ma non chiede a tutti di lasciare tutto. Questa proposta è rivolta solo ad alcuni, come al giovane protagonista di questa pagina evangelica. Qui appare in embrione la condizione di coloro che scelgono la povertà come stile di vita perché hanno compreso che è Dio l’unico Bene e senza di Lui tutti gli altri beni materiali sono illusioni e destinati a diventare cenere. Il Vangelo non chiede di vivere fuori dal mondo ma domanda con insistenza di non essere legati a niente e a nessuno, se non a Dio. Amare Dio in ogni cosa e sopra ogni cosa. Possiamo e dobbiamo amare la terra e le creature ma senza fermarci ad esse. Chi si ferma alla terra finisce per perdere l’appuntamento con l’eterno, chi si lega alle creature rischia di smarrire l’esclusività del suo legame con Dio. Gesù rivendica l’assoluto primato di Dio.

Tutti sono invitati a subordinare ogni realtà terrena, anche quelle più importanti, alle esigenze del Vangelo. Ad alcuni, però, è chiesto di essere totalmente distaccati da ogni cosa (affetti e beni), sono i consacrati, testimoni e profeti del Regno già presente in questa fragile storia. Quel giovane arriva di corsa (10,17), spinto da un desiderio senza dubbio sincero; ma con la stessa fretta se ne va perché la proposta del Maestro appare troppo alta ai suoi occhi, troppo lontana dai suoi desideri. Oggi preghiamo per i consacrati e domandiamo per loro la grazia di una più rigorosa fedeltà.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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