Quaresima in famiglia

3 Marzo 2017

3 Marzo 2017

L’ingenua speranza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-15)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

Il commento

Verranno giorni, quando lo sposo sarà loro tolto [aparthē], e allora essi digiuneranno” (9,15). Gesù si presenta come lo Sposo che viene a celebrare una festa di nozze che inaugura la nuova alleanza (9, 15a). Quest’annuncio di gioia convive con quello, non troppo velato, della passione: Colui che viene per comunicare la vita in abbondanza sarà strappato con violenza, allontanato con forza. E allora digiuneranno! L’assenza di Gesù genera smarrimento e dolore, getta i discepoli nell’angoscia, la gioia della festa lascia il posto alla paura, la celebrazione delle nozze è avvolta dall’ombra della croce. Dinanzi a questi avvenimenti, che sembrano soffocare sul nascere ogni ingenua speranza, i discepoli sono invitati a … digiunare. Gesù non chiede loro di prendere le armi per combattere il nemico né suggerisce di chiudersi in una sdegnosa solitudine. Li invita a digiunare. Un gesto semplice che contiene due cose: il dolore e la speranza. Da una parte la personale partecipazione alla sofferenza di Gesù e dell’umanità e dall’altra la preghiera fiduciosa a Colui che guida la storia. Digiunare significa avere coscienza che questa storia è attraversata dalla croce, dobbiamo fare i conti con una violenza che cerca a tuti i costi di intralciare il piano di Dio. Ma vuol dire anche custodire e manifestare l’ingenua speranza che l’alleanza, rinnovata attraverso la Croce, non potrà essere cancellata né distrutta. Chi digiuna affida a Dio le sue ragioni e i suoi desideri. E attende con fiducia e … pazienza il suo ritorno glorioso. Noi sappiamo di poter contare sulla presenza di Gesù che ha promesso di restare con noi (Mt 28,20). Al tempo stesso viviamo nell’attesa del suo ritorno glorioso. David Maria Turoldo cantava così la sua fede: “Ora la terra è imporporata di sangue, / una sposa vestita a nozze” (Con gli occhi di Pasqua, in  O sensi miei…, 249).

Vieni Signore Gesù,
riempi di amore i solchi scavati dalla fatica
e donaci di fissare
con ferma speranza
l’orizzonte ultimo della storia,
quando tutto sarà vestito a festa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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