Quaresima in famiglia

7 Marzo 2017

7 Marzo 2017

La carta di identità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Il commento

Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole” (6,7). Pregare non vuol dire cercare di convincere Dio ma consegnare a Lui la nostra vita. Quando preghiamo prendiamo coscienza di essere creature deboli, per questo chiediamo a Dio di intervenire e di manifestare la sua misericordia. L’uomo che si sente padrone di se stesso e crede di sapere quali scelte fare, non ha bisogno di alzare lo sguardo al Cielo. Al contrario, colui che riconosce i suoi limiti e sperimenta la sua quotidiana miseria, bussa alla porta di Dio. Molti pregano nel tempo della sofferenza, quando tutti gli altri appoggi sono venuti a mancare, quando ci sentono impotenti dinanzi ad una battaglia che supera di gran lunga le loro forze. A volte lo fanno come ultima istanza e forse senza avere neppure la piena convinzione di essere ascoltati. Potrebbe sembrare una preghiera interessata, ma tante volte è il primo passo per scoprire che la nostra vita è avvolta in un Mistero che ci precede e ci supera, una realtà che non possiamo pretendere di conoscere e misurare.

Gesù invece ci assicura che Colui che abita i Cieli si interessa e si prenda cura della nostra fragile umanità: “il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate” (6,8). Dobbiamo leggere con attenzione: Gesù non ci assicura che certamente riceveremo quello che chiediamo; egli dice che il Padre celeste conosce molto bene ciò di cui abbiamo realmente bisogno. A scanso di equivoci, dobbiamo aggiungere che spesso le cose che noi chiediamo non sono quelle che Dio vuole darci. Lui ci conosce meglio di noi e vede più lontano di noi. Tante volte non risponde alle nostre domande, non ci dà quello che gli chiediamo, perché vuole darci un bene ancora più grande. “Ci dobbiamo mettere nella disposizione di accettare generosamente la volontà di Dio, quale che sia, poiché sarà sempre quello che vi può essere di meglio per noi”, scrive santa Zelia alla figlia Paolina. Siamo figli di un Padre buono. È questa la nostra carta di identità ed è la certezza che rende lieta la nostra vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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