Unioni civili

“Love is love”: un concetto insufficiente e non vincolante per uno Stato laico

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di Gabriele Soliani

Love i love inneggiano le associazioni Lgbt per giustificare le unioni omosessuali e per questo, chiamano spesso in causa il potere dello Stato in grado di unire due persone in matrimonio. Ma quanto conta l’amore per lo Stato? Soprattutto in cosa consiste il concetto di Stato laico in merito al matrimonio e soprattutto alle unioni civili? In giro c’è molta confusione, proviamo a fare un po’ di chiarezza.

Anche per lo Stato è importante il matrimonio naturale civile fra un uomo e una donna. Anzi il matrimonio naturale è il più alto grado possibile di parità dei diritti fra un uomo e una donna ed è per questo che lo Stato lo ha protetto con una legge. La laicità dello Stato è proprio questa sua equidistanza da un uomo e una donna che si uniscono. Allo Stato non interessa quanto amore e affetto c’è fra l’uomo e la donna e di che tipo è la qualità di questo amore. È appunto uno Stato laico. Non entra in casa a misurare l’amore fra il marito e la moglie, e neppure nel talamo nuziale. Le cosiddette unioni civili non sono nemmeno lontanamente confrontabili con il matrimonio naturale e tantomeno quelle omosessuali dove o la donna o l’uomo, sono esclusi dal legame. Per questo le unioni civili sono al di sotto dello standard civile che lo Stato permette. Inoltre le unioni omosessuali sono scelte personali che non riguardano lo Stato perché lo Stato laico non guarda l’affetto o l’amore fra i due che si vogliono unire. Se lo Stato dovesse valutare l’affetto fra due uomini o due donne entrerebbe in ciò che non lo riguarda. Infatti se dovesse considerare l’amore non potrebbe neppure concedere il divorzio secondo la legge perché spesso uno dei due ama ancora l’altro coniuge. E invece lo Stato laico concede il divorzio anche non consensuale perché l’amore fra i due non lo riguarda.

Le unioni civili sono laicamente un controsenso.

Anche davanti ad un municipio dopo un matrimonio civile fra un uomo e una donna si lanciano petali, si fanno applausi e si fanno foto. E c’è felicità per i due sposi perché la società ne riceve un bene prezioso. Lo Sato poi chiede anche doveri perché lui, lo Stato, offre condizioni favorevoli alla nuova famiglia compresa la pensione di reversibilità. Ed è anche severo perché se per caso i bambini che nascono dal matrimonio non sono cresciuti, educati, curati ed amati come conviene ai loro “dritti” lo Stato laico toglie il figlio e lo porta in adozione ad un’altra famiglia.

Non è dunque vero che per lo Stato le “unioni” sono tutte uguali. Il concetto love is love è insufficiente e non vincolante per uno Stato laico.




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