Quaresima in famiglia

14 Marzo 2017

14 Marzo 2017

All’ombra di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,1-12)
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Il commento

Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente” (23,5). La conversione non deve restare una vaga intenzione ma deve tradursi in un impegno concreto. Il Vangelo di oggi invita a partire dal cuore, lì dove si annidano atteggiamenti profondamente sbagliati. Il Vangelo di oggi riporta una pesantissima accusa, una denuncia severa che Gesù rivolge agli scribi e ai farisei, cioè a coloro che rappresentavano l’autorità religiosa ed erano categorie sociali molto influenti. Gli scribi conoscevano e interpretavano la Legge; i farisei si vantavano di osservarla scrupolosamente. Insomma, persone al di sopra di ogni sospetto. Il loro comportamento sembra irreprensibile ma Gesù non si ferma alle apparenze ma guarda il cuore e li rimprovera di mettere al centro se stessi e non Dio. Essi infatti fanno di tutto per farsi vedere, desiderano ricevere una pubblica considerazione, cercano la lode. La vanità è una tentazione che si nasconde bene anche – e direi soprattutto – nelle opere sante. Non è facile estirparla una volta per tutte. La severità della denuncia ci chiede di essere ancora più vigilanti. Per comprendere la gravità di questo atteggiamento dobbiamo dire che esso non inquina soltanto la relazione con gli altri ma ha un’immediata ricaduta sul piano strettamente religioso. Il credente non fa ombra a Dio ma vive all’ombra di Dio, non cerca la sua gloria ma quella di Dio, in tutto quello che fa cerca di essere il riflesso di Dio, si sforza di parlare di Dio e di far parlare Dio. Uno solo ha il diritto di sedere sul trono, Colui che a buon diritto si presenta come “l’alfa e l’omega”. Quando la vanità ci spinge ad apparire non solo ci fa diventare ridicoli ma si rivela anche un grave peccato perché togliamo a Dio il posto che gli spetta di diritto.

Questa Parola è rivolta a tutti ma in modo speciale chiama in causa i vescovi e i presbiteri. Oggi chiediamo al Signore di dare ai ministri che egli ha scelto la grazia di essere soltanto un riflesso di quella luce che viene da Lui e conduce a Lui.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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