Quaresima in famiglia

15 Marzo 2017

15 Marzo 2017

Farsi onore

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,17-28)
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Il commento

Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore” (20,26). I discepoli chiedono onori e potere, Gesù invece li invita a diventare servi. Il Maestro non fulmina con lo sguardo quella richiesta così chiaramente inopportuna, non denuncia con severità quell’istintivo desiderio che sconfessa tutta la sua pedagogia. Al contrario, li chiama nuovamente (20,25) e ripropone, con amabilità e pazienza, la sua originale visione della vita. Più che a ricevere onori li invita ad onorare il prossimo, mettendosi al suo servizio. È l’unico modo per farsi onore, cioè per rivestire di dignità la propria vita e quella del prossimo. Gesù non chiede semplicemente di mettersi al servizio e di prendersi cura degli altri. Cosa che rappresenta già un impegno non di poco conto. Egli chiede di diventare servi, cioè di dare a tutta la vita una specifica impronta, qualcosa che permette di riconoscere il timbro della fede, anche da lontano, anche da parte di chi non ha mai letto il Vangelo. Una bella sfida, non c’è che dire. E come se non bastasse tutto questo, come se non fosse già al di fuori di ogni progetto umano, presenta se stesso come icona del servizio: “Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (20,28). La disponibilità al servizio qui si presenta nella sua forma più radicale perché Gesù sceglie di servire fino a dare la vita.

Presentando se stesso come modello del Servo, Gesù fa capire che qui non si tratta semplicemente di promuovere una mentalità solidale per correggere quell’egoismo che sempre accompagna la vita della nostra società. In gioco c’è molto di più, c’è tutto il mistero della redenzione. Dove l’uomo si rende disponibile a servire come Gesù e in nome di Gesù, la salvezza di Dio si compie nella storia. Prendiamo sul serio questa Parola e chiediamo la grazia di essere pervasi da quella santa follia che ci porta a dare tutto, ma davvero tutto, per annunciare quel Dio che per noi ha dato la vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.