Consiglio episcopale permanente

Bagnasco: “Giovani costretti a rinunciare al sogno di sposarsi”

giovane triste

A cura della Redazione

Giovani, famiglia e vita al centro della Prolusione del cardinale Angelo Bagnasco all'apertura del Consiglio Episcopale Permanente di oggi. Per Bagnasco la mancanza di lavoro genera “una sofferenza insopportabile”. Per estinguerla: “C'è bisogno di una politica autentica, di pace istituzionale”.

Ha espresso preoccupazione per giovani, famiglie e migranti il cardinale Angelo Bagnasco presidente della Conferenza episcopale italiana nel suo discorso di apertura del Consiglio Episcopale Permanente. In primo luogo i giovani, privati della possibilità di lavorare sono spesso costretti a rinunciare ai propri sogni, tra cui quello di costruire una famiglia. I numeri parlano chiaro: 30mila i giovani che ogni anno sono costretti ad emigrare. Sono 6mila quelli che invece rifuggono il mondo e si chiudono in casa per crearsi una dimensione virtuale. Il 92% sogna una famiglia, dei figli, ma è spesso costretto a rinunciare.

Le conseguenze sono facili da prevedere: se non ci sono famiglie il tasso di natalità è sempre più basso, la popolazione invecchia, i giovani scappano e il settore del lavoro è intrappolato in un pantano.

“C’è bisogno di una politica autentica, di pace istituzionale”, sostiene il Cardinale, facendo riferimento ad istituzioni sempre più distratte e litigiose. È urgente che le autorità incoraggino ad investire sul Fattore Famiglia chiesto insistentemente dal Forum delle associazioni familiari.

Proprio alla famiglia è riservata una grande attenzione dal cardinale Bagnasco. Nel suo discorso in primo luogo il diritto dei figli a essere allevati da un padre e una madre. Grande disappunto poi per la “violenza discriminatoria” verso le donne esercitata dalla pratica della maternità surrogata, che realizza una duplice ingiustizia: da un lato il bambino separato dalla madre e dell’altro la madre che perde ogni diritto sul neonato.

Sul fine vita poi il presidente della Cei ricorda l’iter parlamentare della legge, una legge che definisce: “Radicalmente individualista, adatta a un individuo che si interpreta a prescindere delle relazioni, padrone assoluto di una vita che non si è dato”.

Grande impegno anche per i migranti per il quali la Cei è impegnata su più fronti: la cooperazione con i Paesi di partenza, in 2.727 progetti di formazione e sviluppo sociale sostenuti con fondi 8×1000 e ora anche il progetto “Liberi di partire, liberi di restare“; poi ci sono i corridoi umanitari e l’accoglienza sul territorio italiano.




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