Quaresima in famiglia

3 Aprile 2017

3 Aprile 2017

Generare futuro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Il commento

Gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo” (8,3). Una pagina davvero luminosa perché rivela, in modo eloquente e incisivo, il volto di un Dio ricco di misericordia e sempre pronto a perdonare. L’evangelista non propone una dottrina astratta sulla misericordia ma racconta un fatto concreto. Proviamo ad entrare nella scena, cerchiamo di immaginare la condizione psicologica in cui si trova questa donna, sorpresa in adulterio e trascinata a forza. Il corpo tutto tremante, gli occhi bassi e pieni di paura: ella sa bene che di lì a poco sarà lapidata. Il suo futuro è segnato dalla Legge che chiede di allontanare il peccato eliminando il peccatore. Il Vangelo dice che questa donna è posta “in mezzo” (8,3). Certamente in mezzo alla gente che circonda Gesù e assiste a tutta la scena in un silenzio colmo di stupore. Ma questa immagine ha anche un forte valore simbolico, quella donna infatti si trova tra i farisei e Gesù: da una parte gli interpreti arcigni e severi della Legge antica, dall’altra parte Gesù che invita a fare della misericordia il cuore della Legge nuova. Lasciamo il commento a Papa Francesco: “Gesù ha guardato negli occhi quella donna e ha letto nel suo cuore: vi ha trovato il desiderio di essere capita, perdonata e liberata. La miseria del peccato è stata rivestita dalla misericordia dell’amore. Nessun giudizio da parte di Gesù che non fosse segnato dalla pietà e dalla compassione per la condizione della peccatrice” (Misericordia et misera, 1).

Lasciamoci sorprendere e interpellare da questa Parola. Giudicare gli altri è un mestiere che conoscono tutti, condannare è la cosa più facile. Il difficile è guardare l’altro con occhi di compassione, ancora più difficile è perdonare di cuore. Condannare significa chiudere la persona nel suo passato, fare del male una prigione. Perdonare, invece, significa aprire la porta del futuro, offrire un’altra possibilità. Perdonare è come generare di nuovo, se stesso e l’altro.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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