Quaresima in famiglia

4 Aprile 2017

4 Aprile 2017

Rinascere dall’alto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,21-30)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Il commento

Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo” (8,23). Il Quarto Vangelo sottolinea frequentemente l’esistenza di una radicale incomprensione tra Gesù e i Giudei. Il Rabbi di Nazaret annuncia la sua prossima dipartita e dice ai Giudei che essi non potranno seguirlo nel luogo dove egli va (8,21); e questi rimangono perplessi e pensano che egli voglia suicidarsi (8,22). Gesù parla di Colui che lo ha mandato (8,26) ed essi non riescono a capire che parla loro del Padre (8,27). Questa insanabile frattura emerge con tutta evidenza nella domanda: “Tu,chi sei?” (8,25). Gesù rimane un mistero. Essi pensavano di conoscerlo (7,41-42) ma sono costretti ad ammettere di non sapere chi è veramente quest’uomo che mette in crisi le loro certezze e scuote la loro coscienza. Quella domanda tuttavia resta come sospesa, non riceve risposta. Gesù li guarda con infinita tristezza e annuncia: “morirete nel vostro peccato” (8,21). Ai Giudei, ma anche a noi battezzati, Gesù ricorda che chi rifiuta la sua Parola e chi non lo riconosce e accoglie come il Dio che salva (8,24), non potrà spezzare le catene del male e non potrà camminare sulla via che conduce alla gioia piena. Più che una predizione, è un altro ammonimento, un ultimo appello.

Gesù viene dall’alto e parla un linguaggio che l’uomo fatica a comprendere  (8,23). Le parole di Dio sono follia per noi, le sue richieste sono troppo diverse dalle nostre attese. Ma se lo accogliamo con fede, se crediamo che proprio in Lui Dio rivela il suo volto, allora possiamo anche noi rinascere dall’alto (Gv 3,5), come Gesù promette a Nicodemo. E ogni cosa acquista un sapore nuovo. Non possiamo giudicare Gesù a partire dall’orizzonte limitato dei nostri pensieri, è necessario spogliarsi di ogni pretesa ed accettare incondizionatamente ogni sua parola. Chi sceglie di stare dalla parte di Dio scopre che Dio sta dalla nostra parte. E chi dà credito a Dio, riceve una gioia che dura per sempre.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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